TLC: GASPARRI, ANTENNE NON POSSONO SCOMPARIRE DALLE CITTA’
(ANSA) – PESCARA, 15 MAG – ”Non e’ pensabile che scompaiano le antenne dalle nostre citta”: lo ha affermato a Pescara il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, il quale ha ricordato che ”la stessa tecnologia digitale terrestre si serve di antenne e abbassa di molto l’emissione di onde elettromagnetiche, migliorando il problema dell’inquinamento”. Il problema e’ stato sollevato in conferenza stampa dai giornalisti, a proposito della concentrazione di antenne sul colle di San Silvestro, a Pescara, che negli anni scorsi fu oggetto di polemiche tra gli abitanti e i politici di entrambi gli schieramenti. ”A volte – secondo il ministro – si suggerisce di mettere le antenne fuori dai centri abitati. E’ un grave errore. Piu’ e’ lontana l’antenna, piu’ deve essere potente il segnale di risposta del telefono, che e’ vicino al nostro corpo. Non sempre la distanza dell’antenna e’ un parametro di sicurezza. Ma e’ difficile spiegarlo in presenza di una psicosi collettiva”. L’Italia – ha ricordato – per quanto riguarda il cablaggio non ha una tradizione storica come altri Paesi, e ”in altri tempi non si fece questo tipo di opzione”. La Corte costituzionale, con una serie di sentenze, ha fissato due principi: che lo Stato stabilisce il livello di emissioni elettromagnetiche massime consentite; che il sistema delle autonomie locali decide la localizzazione degli impianti. ”L’Italia – ha evidenziato Gasparri – mantiene i livelli di emissione consentiti piu’ bassi rispetto al resto del mondo. Da noi, nelle aree abitate, tale limite e’ di 6 volts al metro. In Inghilterra, Francia e Germania ci sono normative che consentono 60 volts al metro”. Il Governo ha attivato un sistema di monitoraggio: la Fondazione Bordoni ha avviato intese con le agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, realizzando azioni di monitoraggio sia con strutture itineranti sia con centraline. ”Sono stati fatti milioni di verifiche – ha detto Gasparri -, nei pressi di abitazioni e scuole, e i casi di ‘sforamento’ sono stati veramente rarissimi”. Sulla localizzazione ”ci sono state deliberazioni variegate nei Comuni – ha ricordato il ministro -. Abbiamo avuto casi anche paradossali, come il Comune che ha stabilito che le antenne dovessero stare a 200 metri di altezza, non si sa se attaccati a palloni aerostatici. In ogni caso, gli impianti, se rispettano le norme, non sono scientificamente considerati pericolosi dall’Organizzazione mondiale della sanita”’. (ANSA).
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