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Spam del Consiglio dei Ministri, Avanti tutta. Ora tocca a Stanca

21 Giugno 2004 Commenta

FOGGIA – “A norma della Legge 675/96 abbiamo reperito la Sua e-mail dipersona, navigando in rete o da e-mail che l’hanno resa pubblica. Qualoranon intendesse ricevere ulteriori comunicazioni, La preghiamo di inviare unarisposta con oggetto: Cancella. Servizio erogato dal sistema informativodella Presidenza del Consiglio dei Ministri.”
Sa di beffardo ildisclaimer, di tale preciso tenore, pubblicato in calce al comunicato stampainviato a mezzo e-mail dall’Ufficio Stampa e Portavoce del Ministro perl’Innovazione e le Tecnologie dal titolo “ICT: Ministro Stanca si avvarra’della collaborazione di ADINT per promuovere la ricerca nel diritto dellenuove tecnologie” che annuncia la nascita del gruppo di lavorotecnico-scientifico che studiera’ le norme piu’ adatte per assecondare esostenere lo sviluppo delle nuove Tecnologie dell’Informazione e dellaComunicazione “in quanto la rivoluzione di Internet ha coinvolto anche lagiurisprudenza”.

Mentre ancora non si placano le polemiche sorte aseguito degli SMS istituzionali inviati in occasione delle scorse elezionieuropee che avrebbero “solo anticipato, su scala nazionale un modoinnovativo, diffuso e rapido per comunicare, nello specifico per l’eserciziodi un diritto-dovere, -a dire dello stesso Ministro per l’innovazione e letecnologie Lucio Stanca-, ma di certo senza violare la privacy deicittadini”, una ulteriore, lapalissiana, gaffe giunge via e-mail “dalsistema informativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

Lae-mail de qua, che rende noto l’accordo tra il ministero per l’Innovazione ele Tecnologie e ADINT – Associazione per il Diritto delle Nuove Tecnologie,ente di ricerca di matrice universitaria, riporta, in perfetto stile spam,un avviso che menziona un testo legislativo non piu’ in vigore (Legge675/96, abrogata dal d. lgs. 30/06/2003, n. 196 – Codice in materia diprotezione dei dati personali- in vigore dal 1 gennaio di quest’anno) e, inogni caso, citando il reperimento della e-mail del destinatario a mezzo “dipersona, navigando in rete o da e-mail che l’hanno resa pubblica”, con cio’ignorando (rectius: violando) i principi annosamente sanciti dallo stessoGarante per la protezione dei dati personali e contenuti nell’art. 130 delCodice per la protezione dei dati personali per cui gli indirizzi e-mail nonsono pubblici ed in ogni caso e’ necessario il consensopreventivo.

“Le norme sulla privacy debbono essere un acceleratore enon un freno allo sviluppo delle nuove tecnologie. In questa ottica in tuttala nostra politica ed azione per la diffusione dell’innovazione tecnologicanel nostro paese a partire dall’e-government all’e-democracy, abbiamo datoil massimo risalto alla tutela della privacy”. Cio’ detto, -aveva dettoStanca nel corso del recente convegno su Innovazione e privacy organizzatodal Garante per la protezione dei dati personali-, nel trinomio sicurezza,innovazione e privacy ci sono aspetti ed esigenze contrastanti”.
Ce nesiamo accorti.

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