NEW YORK. La prima vittima delle elezioni americane e’ stato l’Induce Act.La Commissione giustizia del Senato ha infatti rimandato la revisione finaledella controversa proposta di legge anti-pirateria, dopo che le negoziazionitra le differenti parti politiche sono miseramente fallite.I rappresentanti delle societa’ tecnologiche, i gruppi a difesa deiconsumatori e l’industria dell’entertainment non hanno raggiunto un accordosul linguaggio con cui formulare la legge.Nella sua forma originaria, l’Inducing Infringment of Copyrights Act – notoanche come Induce Act – avrebbe reso punibile la produzione ecommercializzazione di tecnologie che incoraggino o inducano alla violazionedel copyright.Una formulazione ampia e nebulosa, che rischiava di colpire – oltre che ipirati o gli informatici alla Jon Johansen – molte aziende hitech. Inparticolare la formulazione testuale della proposta di legge aveva suscitatoun coro di proteste da parte di diversi gruppi – dai consumatori alleimprese tecnologiche – che accusavano l’Induce Act di uccidere l’innovazione.Tra i critici piu’ attivi dell’iniziativa legislativa sponsorizzata dallaRiaa si segnalano il Center for Democracy and Technology, l’American LibraryAssociation, Public Knowledge e la Electronic Frontier Foundation.

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