BRUXELLES. Ridefinire le politiche europee relative all’inserimentolavorativo delle persone con disabilita’ ed eliminare elementidiscriminatori che ancora impediscono di trovare e mantenere un’occupazioneper milioni di cittadini. Questo il proposito del Commissario europeo perl’Occupazione, gli Affari Sociali e le Pari Opportunita’, Vladimír Spidla,espresso a Bruxelles durante una conferenza svolta, il 3 dicembre 2004, inoccasione della Giornata europea delle persone con disabilita’.Il Commissario Spidla ha indicato tre aree prioritarie sulle qualiconcentrare le strategie politiche: eliminare le barriere architettonichedell’ambiente urbano e in generale migliorare i pubblici servizi (trasportie strutture ospedaliere); sfruttare le potenzialita’ offerte dalle nuovetecnologie nel campo del settore occupazionale; garantire una formazionecostante nel corso della vita.I dati, riferiti al 2002, indicano che il 15,7% dei cittadini europei, tra i16 e i 64 anni, hanno una disabilita’ a lungo termine o problemi di salute.Soltanto il 40% delle persone con disabilita’ nel 2003 aveva un’occupazionecontro il 64,2% delle persone senza disabilita’. Un divario del 24% quindi.Il divario sul lavoro varia da Paese a Paese: si passa, ad esempio dal 17%del dato del Belgio al 51% dell’Olanda.Nel 2003 erano 3,5 milioni le persone con disabilita’, nell’Europa dei 15,disoccupate pur essendo idonee al lavoro. Se fossero riuscite a trovarelavoro, il tasso occupazionale europeo sarebbe salito di 2,25 puntipercentuali.Il Commissario Vladimír Spidla ha auspicato un uso migliore degli strumenticomunitari preposti a supportare iniziative in questo contesto, inparticolare il Fondo Sociale Europeo.Il Fondo Sociale Europeo rappresenta lo strumento finanziario dell’Unionevolto a sostenere la Strategia europea per l’occupazione per prevenire ecombattere la disoccupazione ed investire nelle risorse umane, promuovendoun alto livello di occupazione e di integrazione sociale, la parita’ trauomini e donne e la coesione economica e sociale.

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