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La Clonazione Ed Uso Improprio Dei Siti Web

24 Gennaio 2005 Commenta

MILANO. Si legge in una nota diffusa da GlobalTrust – bollettino disicurezza che e’ ormai tornato alla ribalta il problema relativo ai siticlonati nel contesto relativo alla clonazione delle griffe ed al fenomenodella copia di prodotti e loro vendita clandestina.
Secondo la nota, ilfatto purtroppo e’ anche di piu’ vaste dimensioni ed e’ la punta dell’iceberg di tutte le truffe che avvengono su Internet che non coinvolgonosolo la vendita di prodotti fisici ma un’infinita’ di altre cose tra cui lavendita di copie illegali di orologi, la vendita di copie di abbigliamento,la vendita di Medicine, la vendita di servizi di ogni genere, la vendita disoftware illegale o copiato spacciandolo per OEM, l’apertura di contibancari in Banche clonate od inesistenti, persino la semplice acquisizionedei propri dati numero telefonico indirizzo ecc. attraverso la compilazionedi un modulo che poi vengono venduti a terzi.
L’elenco e’ lunghissimo equesti fenomeni prima comuni solo nella vita reale si stanno trasformando innormali ma ben piu’ capillari ed estese truffe mai immaginate nella realta’virtuale del web, allontanando gli utenti da Internet. Chi e’ rimastogabbato da uno di questi sistemi condanna il mezzo, cioe’ Internet e non sestesso che non ha usato un minimo di accortezza.
Secondo la nota diGlobalTrust spesso l’utente viene tratto in inganno da alcune situazioniperfettamente legali che mascherano in modo molto abile l’attivita’truffaldina. Si pensi all’uso improprio dei certificati digitali ed allaconseguente abile azione criminale di un malintenzionato finalizzata allarealizzazione di un sito web apparentemente regolare che riproduca ilmarchio delle principali carte di credito nonche’ di istituti bancari peringannare il povero navigatore.
Addirittura il sito web preparato daltruffatore potrebbe avere la possibilita’ di offrire lavoro ad affiliati conun sistema informatico semplice da realizzare. Compilando un apposito modulosi diventa affiliati che sono invitati attraverso mail od altro asollecitare futuri clienti si arriva persino ad offrire delle pagine Web odun intero sito all’affiliato garantendo delle provvigioni su ogni venditaeffettuata (una sorta di catena di S. Antonio).
La nota concludesostenendo che pero’ esistono efficaci soluzioni ad un simile problema:basta che l’istituto bancario od altro ente nonche’ le compagnie di carte dicredito autorizzino l’uso delle stesse solo a siti che abbiano ottenuto ilcertificato digitale da una certification authority autorizzata e sopratuttointernazionalmente riconosciuta. Lo stesso sito deve adottare un sistema diautenticazione e validazione rigoroso e conforme alla legge. Difatti leautorita’ di controllo debbono impedire l’uso di certificati singoli chegarantiscono solo il pagamento e non l’identita’ del sito.

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