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A Cracovia La Conferenza Dei Garanti Ue

27 Aprile 2005 Commenta

CRACOVIA. Si e’ aperta il 25 aprile a Cracovia la annuale Conferenza di primavera delle Autorita’ europee per la protezione dei dati.
Quest’anno l’appuntamento riveste particolare significato perche’ cade nel decimo anniversario dall’approvazione della Direttiva europea sulla protezione dei dati, la n. 46 del 1995.
La Conferenza sara’ l’occasione per trarre un bilancio sui risultati raggiunti in questi dieci anni nei Paesi europei, e per discutere delle principali questioni oggi all’ordine del giorno, come il rapporto riservatezza e cooperazione giudiziaria, il trasferimento dei dati nei Paesi extra Ue, l’esercizio dei diritti da parte dei cittadini.
L’Autorita’ italiana e’ presente con il neo Presidente, Francesco Pizzetti, e il Segretario generale, Giovanni Buttarelli.
Le sessioni di lavoro nelle quali e’ articolata la Conferenza affronteranno diversi temi: l’impatto della Direttiva sul livello di protezione dei dati nell’Ue e nei Paesi terzi; la valutazione delle disposizioni della direttiva in rapporto ai principali problemi applicativi; le problematiche connesse al trasferimento di dati verso Paesi terzi (possibile solo se questi ultimi garantiscono un livello adeguato di protezione dei dati personali), con particolare riguardo ai nuovi strumenti giuridici elaborati di recente dalla Commissione europea quali le “Norme d’impresa vincolanti” (Binding Corporate Rules); le modalita’ operative e dei possibili benefici connessi all’introduzione degli “incaricati per la privacy” (privacy officers, ossia soggetti indipendenti designati dal titolare a vigilare sulla conformita’ e legittimita’ dei trattamenti svolti) secondo l’esperienza raccolta dai Paesi nei quali essi sono stati previsti (Svezia, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e, di recente, Francia); le disposizioni nazionali che regolamentano il diritto di accesso da parte degli interessati ai propri dati personali (anche in termini di tempi e costi); le attivita’ di sensibilizzazione ed educazione alla “cultura della privacy”; il necessario, contemperamento fra protezione dei dati ed esigenze di sicurezza, in particolare nell’ambito del cosiddetto “Terzo Pilastro” (cooperazione giudiziaria e di polizia).

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