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Banda Larga Dalla Presa Elettrica: I Tempi Maturano

13 Aprile 2005 Commenta

MILANO – Usare i cavi elettrici per trasportare dati oltre che energia, trasformare i cablaggi di casa in una rete locale istantanea: un classico caso di vecchia tecnologia che diventa nuova e finalmente applicabile grazie alle mutate condizioni tecnologiche, regolamentari e di mercato.

Chi usa da tempo i cataloghi di acquisto via posta di apparecchiature elettroniche per l’ufficio, si legge in una nota, ricordera’ che gia’ dieci anni fa erano in vendita a prezzi abbordabilissimi sistemi che trasformavano le reti elettriche domestiche e d’ufficio, i classici 220 volt, in reti locali dati. La velocita’ non era eccelsa, qualche centinaia di Kbit al secondo, ma la tecnologia si basava su principio semplicissimo. La rete elettrica a basso voltaggio funziona a corrente alternata con una frequenza di 50 cicli al secondo. A tutti gli effetti si tratta di una portante su cui e’ possibile modulare un segnale di frequenza superiore in grado di trasportare informazioni digitalizzate. Unico problema, dal momento che la modulazione crea una fluttuazione della corrente sia in fase che in voltaggio, le reti di questo tipo non funzionano se sul circuito e’ presente uno stabilizzatore, che cancella il segnale, o un salvavita, che semplicemente fa saltare il circuito. Insomma, la prima generazione delle reti dati via cavo elettrico e’ stata “uccisa” dalle normative sulla sicurezza.

Ora pero’ c’e’ una nuova generazione di reti, denominate per brevita’ PLC, ossia PowerLine Carrier, che grazie all’evoluzione delle tecnologie elettroniche raggiungono velocita’ molto piu’ elevate e sono quindi adatte a fornire accesso broadband a Internet. La tecnologia piu’ recente, sviluppata da un produttore spagnolo di microelettronica, la DS2, arriva a 200 Mbit/secondo. Soprattutto, e’ cambiato il modo in cui la tecnologia viene applicata, e questo ha comportato per la prima volta la convenienza economica nell’uso della PLC nella fornitura di servizi di telecomunicazione in banda larga su scala di massa. Ci spieghiamo meglio.

Fino a tre anni fa, prosegue la nota, la tecnologia PLC funzionava a costi accettabili solo sul segmento a basso voltaggio della rete di distribuzione dell’elettricita’, ossia in Europa sul tratto dalla centralina di distribuzione alle singole utenze, di solito in aree urbane entro un raggio di circa 400 metri. La centralina di distribuzione contiene dei trasformatori che abbassano la tensione dai migliaia di volt della rete a medio voltaggio (che di solito arriva sino a 24 Kvolt) ai 360-400 volt di quella a basso voltaggio (che viaggia a tre fasi). Dal momento che il segnale modulato che porta i dati usando la corrente elettrica come portante non passa attraverso i trasformatori, fino a qualche anno fa era necessario che la centralina di distribuzione fosse collegata alla rete dati attraverso connessioni “tradizionali”, in fibra o wireless. Insomma, per un gestore di rete elettrica che avesse voluto fornire servizi di telecomunicazione, la PLC risolveva il problema dell’ultimo miglio (o dell’ultimo mezzo chilometro), ma costringeva a costruire comunque i tronchi intermedi e le dorsali, con gli effetti sulla convenienza economica del progetto che sono immaginabili.

La tecnologia aveva creato il problema e la tecnologia lo ha pero’ ora risolto. Da un paio d’anni esistono infatti soluzioni che consentono di usare anche i tratti a medio voltaggio per la PLC e di aggirare i trasformatori delle stazioni di distribuzione senza perdere il segnale. Le sottostazioni di derivazione dalle dorsali ad alto voltaggio (100.000 volt) diventano quindi i punti di collegamento con la rete dati tradizionale, rivoluzionando in positivo gli “economics” del progetto.

A questo punto pero’ sorgeva un altro problema. Per operare a velocita’ dell’ordine delle decine di Mbit, i segnali dati modulati sulla portante elettrica devono avere frequenze dell’ordine dei MHz (a oggi sino a circa 30 MHz). Ma se si “spara” senza opportuni accorgimenti un segnale modulato a quella frequenza dentro un cavo elettrico non schermato, si ottiene una bella antenna che emette nelle onde corte, in bande che hanno gia’ molti utilizzatori, sia istituzionali che privati. Un mercato “selvaggio” su larga scala di PLC avrebbe quindi conseguenze piuttosto nefaste sull’utilizzo dell’etere in bande molto affollate di per se’ e quindi non puo’ sfuggire a una regolamentazione. Sino a pochissimo tempo fa (per la precisione il 6 di aprile 2005) chi si occupa di PLC in Europa agiva in un vuoto normativo. Poi, Bruxelles e’ arrivata al salvataggio. Porta la data 6 aprile di quest’anno una bozza di raccomandazione UE sulla “comunicazione elettronica in banda larga attraverso le connessioni elettriche”.

Significativamente due terzi del testo si riferisce alle possibilita’ che la PLC provochi interferenze ed emissioni dannose per altre apparecchiature elettroniche e per le comunicazioni wireless e mette dei paletti per evitarlo, ma stabilisce comunque dei punti fermi che consentono di iniziare lo sviluppo del mercato. Forse il punto piu’ importante, si continua a leggere nella nota, e’ che l’inizio dell’operativita’ di un sistema PLC non dipende dal test a priori dell’intero sistema ma dal fatto che utilizzi apparecchiature certificate e sia stato realizzato secondo le “buone pratiche” tecniche, verificate con misure “in situ”. Il tutto deve avvenire in modo “proporzionato, non-discriminatorio e trasparente”. Insomma, la PLC in base alla raccomandazione diventa da corpo estraneo nel mondo delle telecomunicazioni ad attore legittimo con delle regole precise e necessarie.

A questo punto in Italia restava un solo ostacolo potenziale alla partenza del mercato, ossia il fatto che il piu’ grande produttore di energia elettrica fosse anche il proprietario di una societa’ di telecomunicazioni fisso-mobile tradizionale. Ostacolo non di struttura del mercato (la rete elettrica di distribuzione non fa capo all’ENEL) ma di competizione interna sulle risorse, per cui un investimento consistente sulla PLC avrebbe fatalmente rischiato di “cannibalizzare” le attivita’ del gestore tradizionale di proprieta’. Ora anche questo ostacolo e’ superato. Il PLC Forum di Wireless (www.wirelessforum.it) il 21 aprile al Centro Congressi Crowne Plaza di San Donato Milanese sara’ utile evento, conclude la nota, per aggiornarsi sugli ultimi sviluppi tecnologici e di offerta.

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