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Capitalismo Italiano E Tecnologia Digitale

9 Aprile 2005 Commenta

MILANO. L’Antitrust ha avviatodel mio dicastero con quello dell’Economia e l’istruttoria nei confronti di Rti, Mediasete Fininvest, “per presunte restrizioni della concorrenza” relativamente all’acquisizione di diritti di trasmissione televisiva delle partite delcampionato di calcio di serie A e B di alcune squadre, per le stagionisportive 2004/2005, 2005/2006, 2006/2007.
Secondo Roberto Marraffa,avvocato e docente di Etica d’impresa e bilancio sociale nella facolta’ diEconomia dell’Universita’ degli Studi di Cassino, basta pronunciare leparole, “libera concorrenza e competitivita’ del mercato” per sollevarepolemiche e dissensi in una materia che negli ultimi tempi ha costituitoaspro terreno di scontro politico per le tante asimmetrie e distorsioni cheaffliggono il nostro sistema di regole sulla concorrenza.
In questocampo, continua Marraffa, l’Italia ha conosciuto un’evoluzione che non puo’affatto dirsi conclusa. Il vecchio vizio del capitalismo italiano di trovareintese con lo scopo inequivocabile di impedire, restringere o falsare ilgioco della concorrenza, e’ evidentemente duro a morire, e ancora oggi lalibera concorrenza in Italia e’ minata da interessi e lacune legislative cheprivilegiano i piu’ forti a danno dei piu’ deboli.
In effetti fino apochi anni fa, le intese sui prezzi di un prodotto, sul controllo dellaproduzione, sulla ripartizione dei mercati e delle fonti diapprovvigionamento erano prassi consolidata in una cultura economica,pubblica eonamento erano prassi consolidata in una cultura economica,ive che privata, dominata dall’avversione ai principi del liberalismo. Edanche oggi le cose non sono migliorate di molto.
Nonostante il processodi privatizzazione di ampi spazi dell’economia nazionale, infatti, i nuovicriptomonopolisti che hanno rimpiazzato le vecchie oligarchie statali fannofatica, cosi’ come i loro danti causa, a reggere l’impatto della rivoluzionedelle regole.
Sempre secondo Marraffa basta guardare a titolo diesempio a cosa sta succedendo nel mercato televisivo. Un mercato aperto,sulla carta, ma in realta’ controllato da pochi competitor in grado diimporre le regole del gioco. Quello che era accaduto con la televisioneanalogica sta accadendo con il nuovo mercato del digitale terrestre, terrenodi conquista per i broadcaster principali, Rai Mediaset e La7/Telecom.

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