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Il Garante: Stop Alle Proroghe Sulla Privacy

30 Maggio 2005 Commenta

ROMA. Basta con le proroghe in materia di privacy. Soprattutto, e’ necessario porre un freno alle deroghe concesse alla pubblica amministrazione, che versa in un notevole ritardo nell’applicare le regole sulla riservatezza e continua a usufruire di sistematici rinvii.
A strigliare gli uffici pubblici e’ stato Francesco Pizzetti, il neo presidente del Garante della privacy, che e’ stato ascoltato dalla commissione Affari costituzionali del Senato. Pizzetti ha anche stigmatizzato la mancata consultazione dell’Authority, da parte del Governo, in relazione a provvedimenti che riguardano la tutela dei dati personali e ha annunciato l’arrivo, entro la fine dell’anno, del codice deontologico sulla riservatezza in Internet.
Gli uffici pubblici devono mettere da parte quel certo distacco con cui guardano ai cittadini, “nella convinzione, ormai datata e superata, che – ha rilevato Pizzetti – l’interesse dei privati si contrapponga e tendenzialmente soccomba di fronte all’interesse pubblico”.
E’ uno dei motivi che hanno portato la pubblica amministrazione a disinteressarsi della normativa sulla privacy, quando non a farne un alibi per le inefficienze.
Le proroghe mai lesinate agli uffici pubblici hanno contribuito a rinforzare quell’atteggiamento. Una situazione divenuta da tempo inaccettabile. “Ulteriori proroghe che ritardassero ancora la piena attuazione del Codice – ha affermato Pizzetti – renderebbero non tollerabile la situazione di disparita’, che oggi gia’ sussiste fra soggetti privati e soggetti pubblici che spesso operano nei medesimi settori”.
E’ giusto che la pubblica amministrazione si ammoderni. D’altra parte, ha ricordato Pizzetti, “riservatezza e innovazione tecnologica non sono in antitesi” . Purche’ si presti attenzione a “sprechi, inutili duplicazioni, inopportune forme di conoscenza fra amministrazioni e si incentivino le sinergie, i risparmi, anche evitando inutili, dannose e sostanzialmente illegittime creazioni di banche dati non aderenti a fini istituzionali”.
In questo senso, occorre valutare l'”eccessivo proliferare, in particolare a livello locale” delle varie carte di servizi, per le quali e’ necessario considerare i costi, i benefici e il rispetto della privacy.

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