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Studio UE: Confronto Tra USA E UE Dei Risultati Ottenuti Nel Campo Dell’ Innovazione

4 Agosto 2005 Commenta

BRUXELLES. Una visione scoraggiante dell’Europa e cinque raccomandazioni per aumentare la capacita’ competitiva nel documento che verra’ allegato al Quadro di valutazione dell’innovazione 2005.
“Riteniamo che se l’Europa vuole recuperare terreno dovrebbe attribuire meno importanza ai vari tipi di “networking”, “interazioni con l’ambiente locale”, “attenzione alle esigenze degli utenti”, – attuali ossessioni dei responsabili politici a livello europeo e nazionale – e, per contro, prestare invece maggiore attenzione alle misure politiche intese a rafforzare sia la ricerca “di frontiera” sia, sul versante opposto, le imprese europee”, affermano gli autori del documento.
Lo studio pone l’accento su alcuni fattori che frenerebbero la competitivita’ europea nel campo della ricerca e delle sue applicazioni per generare competitivita’ e sviluppo economico.
A partire dal processo d’innovazione, nel paper viene messo in discussione il modello lineare e causale secondo cui la conoscenza scientifica porterebbe alla innovazione tecnologica generando vantaggi economici. Secondo gli autori, invece, e’ frequente osservare come si possa verificare il processo inverso: le invenzioni pratiche precedono le scoperte scientifiche ed il trasferimento tecnologico permette alle scoperte scientifiche di tradursi in applicazioni di mercato.
Legato al modello lineare gli autori sostengono il cosiddetto “paradosso europeo”: l’UE e’ all’avanguardia a livello mondiale in termini di creazione di prodotti scientifici di alto livello di cui le imprese europee, per una serie di motivi, non beneficiano.
Lo studio critica, inoltre, le modalita’ con cui viene affrontato il “paradosso europeo”: secondo i ricercatori la tecnologia e’ scarsamente sufficiente, le politiche tese solo a privilegiare il trasferimento dalle universita’ alle imprese ed un “disinteresse generale per il finanziamento di una ricerca di base piu’ speculativa”.
Vengono, quindi, proposte dagli autori dello studio cinque raccomandazioni per promuovere la competitivita’ e lo sviluppo europeo: Sostenere una ricerca di base di alta qualita’ tramite istituzioni snelle; pieno riconoscimento della differenza nell’ambito del sistema di istruzione superiore fra universita’ di ricerca/corsi di specializzazione, corsi di laurea e facolta’ tecniche; inversione della tendenza a stanziare per la ricerca importi sempre maggiori di fondi pubblici per favorire invece i risultati della ricerca aperta; preparazione di missioni ambiziose, audaci sotto il profilo tecnologico, giustificabili per il loro valore sociale e politico intrinseco; riscoperta delle politiche industriali quali strumenti per promuovere un’industria europea piu’ forte e piu’ innovativa.

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