Privacy: Azienda Sanitaria promuove concorso illegale. Eco online nella newsletter dal Governo
Fumatori: concorsi a premi o screening di massa con profilazione dei consumi? Zero privacy, anche se promosso e sponsorizzato da pubbliche amministrazioni.
“Smetti & Vinciâ€, il concorso internazionale che premia chi smette di fumare, aperto a tutti i fumatori maggiorenni residenti in Italia. Obiettivo del concorso e’ quello di riuscire a non fumare per almeno 4 settimane. Cosi’ la newsletter Notizie dal Governo del 28 marzo scorso. Lodevole iniziativa che non si vuole assolutamente valutare nel merito, quanto sotto il profilo privacy, marcando poi che trattasi di “concorso a premi” regolato da precise norme.
Per iscriversi occorre compilare un form internet indicando dati anagrafici completi, recapito telefonico, sesso, eventuale appartenenza a professioni sanitarie, quantita’ di sigarette fumate, anni di fumo, professione, denominazione ed indirizzo del datore di lavoro; e’ necessario anche individuare un “testimone” che garantira’ l’astinenza dal fumo, sempre indicando i suoi dati anagrafici completi, indirizzo e recapito telefonico. Dopo 4 settimane estrazione dei tre vincitori. Il comitato organizzatore, interrogando il “testimone†e con analisi cliniche (valore di monossido di carbonio nel respiro e quantita’ di cotinina nelle urine), accertera’ il rispetto dell’astinenza dal fumo.
Iscrizioni sul sito, nelle farmacie italiane, presso i servizi socio sanitari ed in molti ambulatori medici, nonche’ nelle sedi delle Regioni e delle Aziende sanitarie che partecipano all’iniziativa, cioe’ Regione Emilia-Romagna – Assessorato politiche per la salute e l’ULSS n. 14 di Chioggia, promotore del concorso. L’Istituto Superiore di Sanita’ – Osservatorio fumo, alcol e droga, ha messo a disposizione addirittura un numero verde. Altri sponsor dell’iniziativa: FederFarma e AssoFarm, Organizzazione mondiale della sanita’, Lega italiana per la lotta contro i tumori, Federazione italiana medici di famiglia, ecc.
Nel regolamento pubblicato pero’ non si trovano gli elementi per capire i criteri con i quali avverra’ l’estrazione dei tre vincitori; se sara’ stilata una graduatoria ed il suo criterio. Tenuto conto che potrebbero esserci dei “positivi” alle analisi cliniche, il regolamento non dice quanti concorrenti saranno chiamati e dove. Nulla poi sulla struttura in cui si svolgeranno le analisi cliniche. Neanche un cenno per descrivere -esaurito il concorso- che fine faranno i dati personali cosi’ raccolti, compresi quelli sensibili, anche risultato delle analisi.
A ben guardare le informazioni non sono raccolte ne’ dal promotore del concorso (Azienda sanitaria n. 14 di Chioggia), ne’ dal dr. Stefano Vianello di “smettievinci.it†della ULSS 14 Chioggia/Regione Veneto, bensi’ da un altro sito, di Francesca Capodanno.
A parte questa discutibile modalita’ tecnica, l’informativa resa in calce e non in testa al form internet (che si riferisce ancora alla legge n. 675/1996 invece che al d.lg n. 196/2003, Codice della privacy) e’ omissiva almeno sotto quattro profili. Non individua “chi” raccoglie i dati, cioe’ il titolare del trattamento. Non indica quali informazioni sono obbligatorie e quali facoltative. Nulla dice sulla raccolta di dati di terzi (il testimone) diversi dall’interessato che esprime in consenso. Non evidenzia i “soggetti o le categorie” a cui i dati possono essere comunicati o l’ambito di diffusione (cfr. art. 13, Codice della privacy).
Più che concorso a premi, sembra uno screening di massa sui fumatori italiani attraverso un questionario, disponibile in internet ed in tutte le farmacie italiane. Questo il controvalore economico degli sponsor commerciali: l’acquisizione di dati completi, riferiti ad un target preciso ed omogeneo, che ben vale un montepremi.
Trattare dati personali è una cosa seria, ancora di più se idonei a rivelare lo stato di salute (sensibili). L’informativa va resa senza ambiguità , nel pieno rispetto della dignità dell’interessato, dichiarando le reali finalità della raccolta ed i soggetti a cui i dati potranno essere comunicati. Tanto è vero questo che il Codice commina per l’omessa o “inidonea” informativa, una sanzione amministrativa da 3.000 a 18.000 euro, ovvero in caso di maggior pregiudizio -dati sensibili- da 5.000 a 30.000 euro; somma che si triplica quando risulta inefficace in ragione delle condizioni economiche del contravventore (art. 161, Codice della privacy).
A guardare meglio, questa raccolta di dati personali -che punta a contrassegnare “il fumatore” con un “nome e cognomeâ€- nel proporre domande come “sigarette fumate al giorno” e “anni di fumo”, non configura solo uno screening di massa ma una vera e propria profilazione delle abitudini di consumo del concorrente identificato.
Proprio la profilazione delle abitudini di consumo, quando compiuta con strumenti elettronici, è considerata attività talmente pericolosa e delicata che deve essere preventivamente notificata al Garante per la protezione dei dati personali, che la inserisce nel registro dei trattamenti accessibile a chiunque (art. 37, comma 1 lett. d) e comma 4, Codice della privacy). L’omessa o incompleta notificazione è punita con sanzione amministrativa: da 10.000 a 60.000 euro (art. 163, Codice della privacy).
Ma non c’è sanzione che basti per la disinvoltura con cui pubbliche amministrazioni e enti locali promuovono iniziative o prestano il loro “marchio†per finalità meramente commerciali.
Quello che appare è la profilazione delle abitudini di consumo e uno screening di massa dei fumatori italiani, mascherato da concorso a premi. A fare da cassa di risonanza interessata, la distribuzione farmaceutica nazionale. Complice la redazione distratta di “Notizie dal Governo†che diffonde senza verificare.
L’Avvocato Maurizio Leante, esperto in diritto e tutela della riservatezza, è attualmente Funzionario della Pubblica Amministrazione (nella foto: nel corso del Convegno “Privacy e nuove tecnologie negli studi professionali” organizzato da Scuola Forense e StudioCelentano.it, Corte di Assise Tribunale di Foggia).
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