Newspass cambia abitudini navigatori
A distanza di pochi giorni dalla notizia di Google sulla sua nuova idea di edicola digitale, si esprimono le considerazioni sul futuro delle news on line.
MOUNTAIN VIEW, CA (USA). Google ha deciso di rispondere alle critiche che da diverso tempo piovono su di lei dagli editori di testate on line.
La soluzione per accontentare gli editori lamentatisi per i profitti all’osso delle testate on line (oltre che cartacee) è quella di realizzare un servizio di tramite fra le notizie sparse in Rete e una piattaforma di acquisto da parte degli utenti. Entro l’anno Google lancerà una sorta di edicola on line (Google Newspass), ovvero un sistema per cercare articoli on line e pagarli, in piena collaborazione con gli editori. E’ da tempo che i vertici di Google stanno ragionando sulle modalità per calmare le acque agitate dalle critiche degli editori. Questi ultimi, infatti, hanno accusato in più battute Google News di accorpare e diffondere notizie prelevate a testate on line, saltando a piè pari le home page (piene di pubblicità) dei giornali da cui quelle news sono linkate.
Con la decisione di introdurre un sistema obbligatorio in base al quale chi vuole usufruire di news di qualità e a pagamento deve entrare in un’edicola digitale in cui versare il pagamento per la fruizione di quelle notizie si cambieranno le abitudini dei navigatori.
In questo modo, gli utenti, seppur avvezzi al principio del Tutto gratis, dovranno optare per il pagamento di somme comunque molto contenute per avere notizie di proprio interesse. Questo sistema è stato adottato dal Wall Street Journal, che con il suo milione di abbonati regge saldamente il primo posto della classifica dei giornali on line a pagamento più seguiti.
E allora i commentatori di questa rivoluzione nelle news on line fanno notare come proprio Google, da accusato, possa diventare lo strumento per far cambiare le abitudini dei navigatori. Solo la forza mediatica e culturale di Google potrà effettivamente risolvere la impasse, che vede contrapposti, da un lato, Google News (che fa soldi con i contenuti altrui) e, dall’altro, gli editori e, in testa, Rupert Murdoch che ha imposto la formula dell’abbonamento alle news on line a pagamento (ma che non sembra aver convinto ancora nessuno).
[Gerardo Antonio Cavaliere, StudioCelentano.it, riproduzione riservata]
Scritto da Redazione StudioCelentano.it
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