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Zuckerberg, facebook e la contorta idea della privacy

27 Giugno 2010 Commenta

NAPOLI. Mark Zuckerberg, il creatore di facebook, ha deciso finalmente di buttare giu’ la maschera ed ha chiarito una volta per tutte la sua posizione in tema di privacy. “La privacy non e’ un valore per le nuove generazioni” ha affermato ed ha quindi deciso in questo modo di chiudere la querelle in materia, che da diverso tempo imperversa in tutti gli ambienti della Rete.
Zuckerberg crede realmente in cio’ che dice e del resto non puo’ permettersi il lusso di perdere in termini economici per salvaguardare la privacy degli utenti. Il gioco e’ presto fatto: oggi come oggi l’informazione e’ un bene il cui valore aumenta in base proprio al tasso di riservatezza, blindarla significa bloccare di fatto il mercato, mentre renderla disponibile significa alimentare un mercato che diventa sempre piu’ “prezioso”. Quindi e’ chiaro che per Zuckerberg la privacy non e’ un valore, non potrebbe essere altrimenti.
E gli utenti? Be’ penso che per noi la questione non e’ cosi’ semplice e la posizione assunta dal patron di facebook non puo’ che preoccuparci.
Cio’ che veramente lascia perplessi e’ la pretesa di Zuckerberg di poter disporre e manipolare liberamente i dati personali di una comunita’ ormai enorme, in nome di un valore ritenuto ormai inesistente. Ma come? L’individuo non ha valore? La nostra personalita’, il nostro modo di pensare, l’essere noi stessi non ha valore? Che cosa intende Zuckerberg per privacy? La realta’ e’ un’altra e mr. facebook non l’ha capita: difendere la privacy degli utenti significa aggiungere valore a facebook, significa difendere gli stessi utenti da mille insidie che ormai su Internet sono estremamente diffuse. In caso contrario ho paura che il tempo dara’ torto a Zuckerberg che si trovera’ tra le mani una miniera d’oro inutilizzabile.

Michele Iaselli

Scritto da Redazione StudioCelentano.it

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