Home » Diritto & ICT

La mia fetta di Facebook

13 Luglio 2010 Commenta

Paul D. Ceglia ha trascinato in giudizio Mark Zuckerberg e Facebook per ottenere quella che sarebbe la sua percentuale dell’azienda dei social network, ovvero l’84%.

NEW YORK CITY, NY (USA). Nuova grana giudiziaria per Facebook. Prima di questa ha fatto scalpore l’accusa dei due fratelli Cameron e Tyler Winklevoss, i quali avevano accusato Zuckerberg di aver rubato linee di codice di ConnectU, antesignano di Facebook. Dopo la definitiva chiusura di questa querelle, ne inizia un’altra; in particolare, una vicenda contrattualistica, che ha come protagonista Paul D. Ceglia, web designer newyorkese (nella foto).
Ceglia ha chiesto al proprietario di Facebook l’84% dell’azienda e, nel frattempo, il giudice della Allegany County ha congelato qualunque possibilità per Zuckerberg di modificare gli asset aziendali, prima che si concluda il processo.
La vicenda, che risale al lontano 2003, spunta adesso ufficialmente con una citazione in giudizio depositata lo scorso 30 giugno. Secondo quanto scrive l’avvocato dell’attore, Paul Argentieri, il 28 aprile 2003 Zuckerberg e Ceglia firmarono un contratto che vincolava Ceglia alla realizzazione di un sito web per il nuovo progetto ideato da Zuckerberg, ovvero The Face Book. Ma come fa Ceglia a vantare ben l’84% del social network in blu? Il calcolo è presto fatto. Sulla base dell’accordo, Ceglia avrebbe beneficiato sin da subito del 50% di Facebook. Ai sensi del paragrafo 3 del contratto, poi, Ceglia avrebbe acquisito l’1% della società per ciascun giorno fino a quando il sito non fosse stato definitivamente completato. Poiché il sito è stato reso operativo il 4 febbraio, Ceglia vanta un 34% in più rispetto alla metà che già gli apparterrebbe di diritto. Ah, il tutto è preceduto da un assegno di 1000 dollari, che sarebbe stato il corrispettivo base per l’opera creativa di Ceglia.
La richiesta di Paul D. Ceglia sembra alquanto strampalata. Innanzitutto, ricordano molti ormai, Facebook è andato on line a gennaio del 2004, poi non sembra che un web designer si faccia pagare con una quota maggiore dell’opera da lui realizzata se ritarda nella ultimazione del sito web. Ma, soprattutto, come dare credito a un soggetto che nel suo stesso profilo di Facebook ha come interessi preferiti Investing Money, come musica preferita Money For Nothing dei Dire Straits, come libri Richest Man In Babylon, come film Wall Street e, infine, come programma televisivo The Riches? Insomma, tutta una serie di idoli che hanno come minimo comune denominatore il Denaro, soprattutto, quello fatto in poco tempo e con pochi sforzi.
[Gerardo Antonio Cavaliere, StudioCelentano.it, riproduzione riservata]

Scritto da Redazione StudioCelentano.it

Commenta!

Aggiungi qui sotto il tuo commento. E' possibile iscriversi al feed rss dei commenti.

Sono permessi i seguenti tags:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>