Neutralità della Rete, Google Verizon
Raggiunto un accordo fra Google e Verizon sulla controversa questione della net neutrality. Ora la proposta va discussa in Rete.
MOUNTAIN VIEW, CA (USA). Google e Verizon confermano le indiscrezioni trapelate in questi giorni sulla possibilità di affrontare di petto la situazione della net neutrality.
I due operatori si sono accordati, infatti, per avere una posizione univoca nella intricata vicenda se chi usa maggiormente la Rete debba necessariamente pagare qualcosa in più oppure debba prevalere il concetto di neutralità della Rete.
Gli amministratori delegati di Google, Eric Schmidt, e Verizon, Ivan Seidenberg, hanno ufficializzato la proposta nel corso di una conference call congiunta. I due Ceo escludono, comunque, che i sette punti della proposta portino a una prioritarizzazione del traffico dietro pagamento. Molti commentatori (anche il New York Times), in realtà, pensano che questa proposta voglia anticipare proprio qualcosa di simile. Google e Verizon smentiscono.
Andando a vedere i sette punti indicati nella proposta congiunta, viene chiaramente indicata la propensione di entrambe le società a seguire i principi di indiscriminato accesso alla Rete da parte di qualunque utente (il caso Comcast docet). Di conseguenza, bisogna garantire una tutela contro pratiche discriminatorie del traffico. E’ importante, poi, che i consumatori della Rete siano pienamente informati sulla possibilità di utilizzare appieno Internet, magari prevedendo regole di trasparenza per i servizi su cavo e wireless. I fornitori di accesso a Internet dovrebbero garantire la chiarezza delle proprie offerte di connessione.
Ma è adesso che la proposta si fa un po’ più ambigua. Al quinto punto, Google e Verizon parlano di nuovi servizi on line, che si distinguano dagli attuali servizi forniti dai classici operatori. Lo scopo è di trasformare la infrastruttura a banda larga in una piattaforma per innovare. In maniera esemplificativa, si fa riferimento a servizi di monitoraggio sanitario, di formazione specifica, di giochi, ecc. In questo modo, i due operatori si lasciano la porta socchiusa per abbracciare nuove possibilità di business, che, proprio perché a valore aggiunto, debbano essere viste come servizi innovativi (magari soggetti a regole diverse?).
[Gerardo Antonio Cavaliere, StudioCelentano.it, riproduzione riservata]
Scritto da Redazione StudioCelentano.it
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