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Decisione storica. La sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue, che ha dato torto alla collecting society belga Sabam.
LUXEMBOURG (LUXEMBOURG). La più alta Corte di giustizia europea ha scritto la parola fine sulla vicenda dei filtri telematici sugli Isp.
La sentenza si occupa della attività di blocco del servizio di file sharing nei confronti del provider belga Scarlet Extended, da parte della collecting society Sabam (l’omologa della nostra Siae). In sostanza, la Sabam aveva imposto che venissero filtrate e bloccate tutte le attività di file-sharing di musica (e di altro materiale protetto dal diritto d’autore).
Secondo quanto stabilito dalla Corte, però, le pretese di Sabam, oltre che decisamente sproporzionate, violano la libertà di impresa e il diritto di proteggere e rispettare il segreto delle comunicazioni. Insomma, non si possono imporre filtri o regole ai diritti di tutela dei dati personali, così come è scritto nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea.
[Gerardo Antonio Cavaliere, StudioCelentano.it, riproduzione riservata]
Scritto da Redazione StudioCelentano.it
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