Russia: ora attacca i Social Network
A partire dal 2016 tutti i dati raccolti sui social network non dovranno lasciare il territorio russo. Scopriamo insieme perché.
E’ arrivato pochi giorni fa il via libera del parlamento russo per l’approvazione di una nuova legge che prevederà la conservazione obbligatoria di tutti i dati raccolti sui social network all’interno del confine russo. Con questa manovra il Cremlino ha dichiarato di voler proteggere la privacy dei cittadini ma nel mondo la nuova legislazione è stata vista come una deliberata violazione dei principi di libertà alla base di Internet.
Dal 2016 pertanto i server che forniranno servizi di social media dovranno avere una sede effettiva in Russia. Pur non fornendo indicazioni specifiche per determinare cosa il governo russo intenda effettivamente col termine “social media” risulta evidente, grazie all’esplicita dichiarazione, che la nuova legge dovrà essere rispettata anche dai social network più celebri come ad esempio Facebook, Google+ e Twitter.
Una scelta che ha creato molte polemiche, intesa come una minaccia della libertà di espressione. Questo concetto è stato rimarcato da Anton Nossik, osservatore del Web in Russia che in una dichiarazione rilasciata su Reuters ha dichiarato: “L’obiettivo di questa legge è di creare un pretesto quasi legale per chiudere Facebook, Twitter, YouTube e tutti gli altri servizi. L’obiettivo ultimo è di chiudere bocche, applicare la censura nel paese e dare forma ad una situazione dove il business Internet non sia in grado di esistere o di funzionare adeguatamente”.
Una decisione che sembra seguire il pensiero di Vladimir Putin che in passato definì Internet come un “progetto della CIA”. La Russia sembra pertanto convinta a continuare ad adottare la sua politica di repressione della libertà di espressione.
Scritto da Michele Bellotti
Commenta!