Dopo aver fotografato ogni zona del nostro pianeta è tempo di conoscere i fondali marini. Presto grazie a Google Maps potremo farlo. Ecco il progetto.

Una mappa del fondale marino. E’ questo il progetto portato avanti da un gruppo di studiosi degli Stati Uniti, impegnati ad usare degli obiettivi speciali particolarmente adatti per gli scatti sottomarini. L’obiettivo a breve termine è quello di riuscire ad immortalare i paesaggi marini della zona americana.

Una panoramica 3D che potrà pian piano interessare le acque di tutto il mondo, con un risultato molto simile a quello ottenuto con Google Street View. Una selezione delle immagini migliori saranno rese disponibili a breve anche su Google Maps. Potremo pertanto così apprezzare quelle meraviglie nascoste ai nostri occhi comodamente seduti alla nostra scrivania.

Un altro obiettivo che l’iniziativa si pone è quello di sensibilizzare tutti ad attuare politiche di protezione verso questi paradisi naturali poco conosciuti.

“Questo permetterà di capire a tutti coloro che non possono andare sott’acqua cosa significa ospitare una speciale area di salvaguardia intorno a questi posti particolari”, ha dichiarato Mitchell Tartt della divisione Scienze conservative presso il National Oceanic and Atmospheric Administration’s Office della National Marine Sanctuaries.

La fotocamera utilizzata avrà una forma simile ad un pallone da basket con un triplo obiettivo SVII e sarà posta su un sommozzatore. Avrà una capacità di registrazione 20 volte superiore rispetto ad una normale attrezzatura subacquea. Le immagini saranno poi unite così da formare una ricostruzione tridimensionale. Tra gli sponsor dell’iniziativa spicca senza dubbio Google.

Ci siamo spinti nei posti più impensabili, abbiamo prodotto fedeli ricostruzioni del suolo marziano, della luna e una panoramica di una buona porzione dell’universo, eppure il luogo di cui conosciamo meno è proprio qui sulla terra. I fondali marini nascondono meraviglie che molto spesso non conosciamo. Presto potremo scoprirne tutti i segreti.

Siamo pronti per questa esperienza? 

Scritto da Michele Bellotti