Wikipedia: una denuncia contro la violazione della Privacy
Wikipedia ha denunciato la NSA. Azione necessaria per la tutela di Internet e della democrazia. Il resoconto della vicenda.
Al centro delle notizie di diritto è l’organizzazione no profit che si occupa della gestione dell’enciclopedia online Wikipedia.
La Wikimedia Foundation ha difatti denunciato la National Security Agency (NSA).
Il motivo dello scontro riguarda il programma segreto di spionaggio adottato dal governo dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre. L’organizzazione ha ritenuto l’azione della NSA come una deliberata violazione del Primo e del Quarto Emendamento della Costituzione USA.
Questi emendamenti hanno l’obiettivo di garantire “libertà di associazione e parola” e di tutelare i cittadini da perquisizioni prive di valide motivazioni.
Il direttore esecutivo della Wikimedia Foundation ha rivelato la sua opinione tramite il suo sito web. “Violando la spina dorsale di internet, la NSA sta mettendo a dura prova la spina dorsale della democrazia”.
Stando a quanto detto dall’organizzazione no profit, la NSA avrebbe violato la privacy dei suoi utenti, minacciando così a tutti gli effetti “la libertà intellettuale, centrale per la capacità delle persone per creare e comprendere la conoscenza”.
Le azioni della National Security Agency rappresenterebbero inoltre una violazione di quanto concesso all’interno del Foreign Intelligence Surveillance Act, un atto normativo vigente negli USA che ha il compito di regolare le procedure per le varie forme di sorveglianza da adottare in casi particolari come quelli di sospetta attività terroristica.
La querela è stata firmata anche da altre otto organizzazioni tra cui spicca Amnesty International USA.
La società sembra determinata a proseguire questa battaglia, determinazione ben evidente nelle parole che riportiamo a conclusione di questo articolo.
“Dato che le nuove informazioni rivelano che il governo ha mirato specificatamente Wikipedia e i suoi utenti, crediamo di avere prove sufficienti per portare a termine il processo”.
Scritto da Michele Bellotti
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