Attacco hacker del 20 ottobre: in cerca di risposte
Un devastante attacco hacker ha mandato in tilt alcuni dei più importanti colossi dell’informatica. Ecco cosa è accaduto.
L’episodio avvenuto il 20 ottobre fa ancora discutere. Il 20 ottobre un attacco hacker ha messo offline per diverse ore alcuni tra i più famosi servizi come ad esempio Netflix, Spotify, Twitter e Amazon. Le domande su come questo sia potuto accadere sono molte.
Il blackout dei servizi sopra menzionati è avvenuto per colpa di un attacco hacker diretto ai server della società che si occupa della gestione dei DNS dei siti. Questo servizio crea la corrispondenza tra l’indirizzo digitato dall’utente e l’indirizzo del server. Se il servizio viene bloccato, l’utente sarà impossibilitato a raggiungere il sito. In sintesi questo è quanto accaduto il 20 ottobre.
La tipologia di attacco utilizzata prende il nome di DDoS (Distributed denial of services). Con questa modalità si inondano i server dell’azienda con traffico proveniente da milioni di differenti dispositivi.
Organizzare un attacco di queste dimensioni non è semplice. Prima di procedere all’attacco hacker vero e proprio è necessario creare una rete di terminali che possono essere controllati dall’hacker in remoto, questa rete prende il nome di botnet.
In un momento preciso tutti i terminali presenti sulla rete inondano di traffico il server dell’azienda presa di mira causandone il collasso.
L’attacco del 20 ottobre ha coinvolto un numero insolitamente alto di dispositivi infetti. Questo fa intuire che l’attacco è stato orchestrato da veri e propri professionisti. Tra le altre cose la botnet utilizzata era costituita non da computer, bensì da accessori come videocamere, router e stampanti. Questo accorgimento renderà ancora più difficile risalire ai responsabili dell’azione.
Secondo alcuni l’attacco hacker potrebbe essere di matrice russa, ma bisogna attendere conferme ufficiali. Episodi simili potrebbero ripetersi anche in futuro.
Scritto da Michele Bellotti
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