Smartphone nelle scuole, si o no?
Smartphone nelle scuole, il pensiero dell’Italia a confronto con quello della Francia.
L’opinione di Italia e Francia sull’uso dello smartphone nelle scuole non potrebbe essere più diversa. Secondo la Francia gli smartphone non dovranno essere usati in classe. Per l’Italia invece il divieto assoluto non rappresenta la soluzione al problema. L’argomento è senza dubbio attuale e anche molto delicato. Le visioni dei due Paesi sono diametralmente opposte.
La Francia ha iniziato a muovere i primi passi che porteranno verso un divieto totale degli smartphone nelle scuole. Questa disposizione è fortemente voluta da Emmanuel Macron che è tornato più volte sull’argomento. La strada per l’approvazione definitiva del divieto sembra essere ormai tutta in discesa. Una volta in vigore tale bando interesserà tutti gli strumenti di comunicazione e sarà quindi applicabile non solo a smartphone, ma anche a laptop, tablet e indossabili, smartwatch inclusi.
In ultima analisi però la decisione definitiva sull’applicazione del divieto spetterà agli enti locali, che potranno decidere in modo indipendente. Potranno ad esempio decidere di consentire l’impiego di dispositivi per scopi educativi.
In contrasto con quanto disposto dalla Francia troviamo l’approccio italiano, decisamente più morbido. L’Italia ha una grande tolleranza nei confronti dei dispositivi elettronici a scuola. Ai dispositivi in questione vengono attribuiti almeno due valori, uno legato all’apprendimento e l’altro legato all’educazione digitale e ad un uso consapevole di tale tecnologia.
Le due posizioni, quelle di Italia e Francia, possono essere entrambi interessanti sotto diversi punti di vista. La posizione ideale però potrebbe non essere in nessuna delle due soluzioni adottate, troppo morbide da parte dell’Italia e troppo rigide da parte della Francia.
La politica italiana sull’uso degli smartphone nelle scuole potrebbe subire variazioni qualora Marco Bussetti, neo ministro dell’istruzione decida di mettere mano alla disciplina odierna.
Scritto da Michele Bellotti
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