WhatsApp, le novità del 2019
WhatsApp si rinnova. Ecco alcune delle novità più interessanti che arriveranno durante l’anno.
WhatsApp si conferma come l’app di messaggistica più conosciuta ed usata a livello mondiale. Nella classifica globale sulle app più utilizzate del 2018, WhatsApp ha occupato il primo posto. L’app è in continua evoluzione, e l’esperienza d’uso di oggi è di molto migliorata rispetto a quella avuta in passato, sia per quanto riguarda la versione Android, sia per quanto riguarda la versione iOS. Il 2019 sarà un anno particolarmente interessante per questa App, che avrà una ulteriore evoluzione. Ecco una breve panoramica di alcune migliorie che potremo trovare nell’app di Zuckerberg già entro i prossimi mesi.
Già in passato si è parlato molto della “Modalità Notturna”, che offre la possibilità di utilizzare temi scuri per ridurre il consumo della batteria rispetto alla classica schermata bianca. Questa funzione sarà ideale per gli utenti in possesso di smartphone con display AMOLED.
Questa Dark Mode, non consentirà solo di avere un risparmio energetico, ma permetterà di evitare l’affaticamento della vista durante l’uso al buio. La funzione consentirà di modificare l’interfaccia grafica. Ricordiamo che una simile funzione è già stata implementata su Google Maps, Twitter e sul servizio rivale Telegram. Anche le chat saranno colorate di scuro. Resta il dubbio su una ulteriore personalizzazione, con la scelta di sfondi con colorazioni scure.
A partire dal 2019, WhatsApp consentirà agli utenti la lettura dei QR Code per l’aggiunta di un contatto senza le necessità di avere il numero di telefono. Anche in questo caso la funzione non rappresenta una novità assoluta, in quanto è già stata adottata l’anno scorso su Instagram, con il nome di “Nametag”.
Una funzione già attiva su iOS arriverà anche su Android durante l’anno. Parliamo della riproduzione automatica dei messaggi vocali. Tale funziona era già presente anche in Telegram.
L’ultima novità di WhatsApp per il 2019 riguarda la comparsa delle pubblicità all’interno degli stati, come avviene già su Instagram.
Scritto da Michele Bellotti
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