Unione Europea contro Booking, ecco perché
L’Unione Europea redarguisce Booking per i messaggi ingannevoli. Ecco tutti i dettagli.
Booking.com mostrerebbe dei messaggi ingannevoli ai propri utenti. Questo è quanto sostenuto dalla Commissione Europea e dalle autorità competenti sulla tutela dei consumatori coinvolti nell’indagine. Nello specifico il messaggio incriminato riguarda l’effettiva disponibilità sulle camere. La dicitura “ultima camera disponibile” è stata ritenuta ingannevole perché in grado di dare un’idea sbagliata all’utente. Secondo la Commissione Europea Booking dovrebbe specificare che la dicitura “ultima camera disponibile” si riferisce unicamente alla disponibilità sul sito e non a quella dell’Hotel.
La dicitura “Prenota subito, è l’ultima camera disponibile“, non corrisponderebbe a verità e causerebbe un danno all’utente o comunque ne modificherebbe le azioni. Da qui l’accusa del messaggio manipolatorio.
Booking dovrà pertanto attivarsi per modificare queste diciture ingannevoli. Dovrà inoltre adottare maggior trasparenza nei confronti dei post sponsorizzati e specificare che i risultati in evidenza sono stati posti in alto a seguito di un pagamento.
La maggior chiarezza interesserà ogni aspetto del servizio, dai confronti dei risultati a quello che verrà effettivamente offerto dalle varie strutture, e la natura di chi affitta l’alloggio (privato o professionista).
La scadenza per l’adeguamento alle nuove linee imposte dalla Commissione Europea è stata stabilita entro il luglio del 2020. Da quella data le autorità competenti potranno agire per punire eventuali infrazioni.
L’azienda si è detta disponibile ad una piena collaborazione con la Commissione Europea così da rendere più chiaro e trasparente il servizio offerto agli utenti.
Booking è stato fondato nel 1996 e attualmente ha raggiunto una posizione di leader nell’ambito delle prenotazioni online di alloggi. I suoi scontri con le autorità non sono una novità. In passato fu condannato al versamento di 350 milioni di euro per mancato versamento dell’IVA allo Stato italiano.
Scritto da Michele Bellotti
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