Xiaomi fa causa agli USA
Xiaomi passa al contrattacco facendo causa agli USA per il ban emesso dall’amministrazione Trump. Ecco tutti gli sviluppi sulla vicenda.
La presidenza Trump con uno degli ultimi attimi ha deciso di inserire Xiaomi all’interno di una blacklist. Questa scelta è dovuta alla presunta collaborazione di Xiaomi con l’esercito cinese. L’azienda ha negato con forza questa vicinanza. L’inserimento nella blakclist sta causando numerosi danni alla produttrice di smartphone, dato che impone agli investitori USA di cedere ogni partecipazione societaria entro il prossimo 11 novembre.
Questo attacco nei confronti di Xiaomi è ancora diverso rispetto a quello mosso nei confronti di Huawei (esclusa dai servizi Google). Si tratta di una decisione che crea tutta una serie di problemi a Xiaomi, sia in termini di business sia in termini di immagine. Proprio per questo motivo l’azienda ha deciso di passare all’azione depositando una denuncia nei confronti dei dipartimenti della Difesa e del Tesoro USA, con la richiesta di rimozione dalla blacklist. La scelta di inserimento in questa lista è stata definita dall’azienda come “illegale e incostituzionale“.
Dal canto suo Xiaomi continua a negare con forza ogni vicinanza con l’esercito cinese e insiste sul fatto che il blocco degli investimenti potrebbe causare danni economici irreparabili. Molti azionisti della società sono infatti statunitensi (Qualcomm, Vanguard Group, State Street e BlackRock).
Salvo intervento della nuova amministrazione USA, le restrizioni entreranno in vigore il prossimo 15 marzo. Per il momento non sembra che l’amministrazione Biden sia intenzionata a modificare la politica nei confronti delle aziende cinese. Pertanto Xiaomi e le altre realtà rischiano di continuare a scontrarsi con regole rigide ed estremamente penalizzanti.
Scritto da Michele Bellotti
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