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Universal Music contro Anthropic

30 Ottobre 2023 Commenta

Universal Music ha citato in giudizio Anthropic. Ecco il ruolo dell’intelligenza artificiale nella vicenda.

Universal Music, insieme a Concord e ABKCO, ha intentato una causa contro Anthropic, l’azienda che ha sviluppato Claude 2, un chatbot basato su intelligenza artificiale (IA). L’accusa afferma che Claude 2 ha non solo diffuso testi musicali protetti dal diritto d’autore, ma ha anche utilizzato quei testi come modello di apprendimento.

Universal Music e le altre case discografiche sostengono che Claude 2 suggerisca testi quasi identici a canzoni famose, tra cui “Roar” di Katy Perry e “I Will Survive” di Gloria Gaynor. Inoltre, il chatbot risponde a richieste di testi su eventi specifici con testi già protetti, come ad esempio rispondendo con il testo di “American Pie” di Don McLean a una richiesta relativa alla morte di Buddy Holly.

La principale violazione di cui Claude 2 è accusato riguarda la diffusione di materiale coperto da copyright. Anche se tali testi possono essere liberamente accessibili online, il problema sorge dal fatto che molte piattaforme di aggregazione pagano licenze per utilizzare tali testi e condividerli.

Le etichette discografiche sostengono che esiste un mercato legittimo in cui gli editori concedono licenze per testi protetti da copyright, garantendo che i creatori di queste composizioni siano adeguatamente compensati e accreditati.

La violazione del copyright non è l’unica accusa mossa contro Anthropic. Universal Music Group afferma che l’azienda ha utilizzato testi musicali come modello di apprendimento per generare nuovi contenuti senza una licenza adeguata, definendo questa pratica come “furto”.

Questo caso rappresenta una sfida importante per l’uso etico dell’IA nei campi legati al diritto d’autore e ai contenuti generati da AI. Con giganti tecnologici come Amazon e Google che investono miliardi in queste tecnologie, l’industria musicale sta cercando di porre limiti chiari per garantire che i diritti d’autore vengano rispettati e che gli artisti ricevano il riconoscimento e il compenso che meritano. Resta da vedere come si svilupperà questa controversia e quali saranno le implicazioni a lungo termine per l’uso dell’IA nel campo della musica e dell’intrattenimento.

Scritto da Michele Bellotti

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