Monopolio di Google, aggiornamenti.
Monopolio di Google, arrivato il verdetto della battaglia con l’antitrust USA.
La recente battaglia legale tra il governo degli Stati Uniti e Google ha raggiunto un momento cruciale con la decisione del giudice federale Amit Mehta. Secondo Mehta, Google ha violato la legge antitrust mantenendo un monopolio di mercato nei settori della ricerca e della pubblicità. Questa sentenza rappresenta una vittoria significativa per il Dipartimento di Giustizia USA, che ha accusato Google di monopolizzare il mercato della ricerca online in modo illegale.
Il giudice Mehta ha affermato che “Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio, violando la Sezione 2 dello Sherman Act“. Tuttavia, il giudice non ha accolto tutte le argomentazioni del governo, respingendo alcune tesi come quella secondo cui Google detenesse un monopolio su una parte specifica del mercato pubblicitario. Ha invece riconosciuto che Google mantiene un monopolio nei “servizi di ricerca generali” e nella “pubblicità di testo di ricerca generale”.
Jonathan Kanter, capo dell’antitrust per il Dipartimento di Giustizia, ha definito la decisione “storica”. La sentenza, contenuta in 286 pagine, conclude un processo di circa 10 settimane terminato a novembre, dopo essere stato avviato nell’ottobre 2020. Questo caso rappresenta la prima grande causa antitrust contro un’azienda tecnologica americana dai tempi della storica causa contro Microsoft negli anni ’90.
Uno degli aspetti più critici riguarda i contratti di Google con produttori di telefoni e browser come Apple. Il giudice Mehta ha respinto la difesa di Google secondo cui questi accordi non erano esclusivi. Ha invece sottolineato che la possibilità di perdere miliardi di dollari di entrate da Google disincentiva Apple dallo sviluppare un proprio motore di ricerca. La sentenza descrive il monopolio di Google nella ricerca come “notevolmente duraturo”, citando la crescita delle quote di mercato dall’80% del 2009 al 90% del 2020, contro il meno del 6% di Bing.
La sentenza ha rivelato che i partner di Google, comprese le Fortune 500, considerano finanziariamente impossibile utilizzare alternative, a causa degli alti pagamenti di Google in revenue share. Eddy Cue di Apple ha testimoniato che “non esiste alcun prezzo che Microsoft potrebbe offrire ad Apple per precaricare Bing“. Durante il processo è emerso che Google condivide il 36% delle entrate pubblicitarie di ricerca da Safari con Apple.
Il giudice Mehta ha anche criticato Google per la sua politica di cancellazione delle chat interne, definendola una tattica per evitare la creazione di prove per le autorità di controllo. Anche se Google non è stata sanzionata per questo, il giudice ha ammonito che l’azienda potrebbe non essere così fortunata in futuro.
Le implicazioni della sentenza per Google non sono ancora chiare, poiché il giudizio riguarda solo la responsabilità e non le possibili sanzioni o misure correttive. Google ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello.
Intanto, un altro processo antitrust contro Google, riguardante la tecnologia pubblicitaria digitale, è previsto per il prossimo settembre.
Scritto da Michele Bellotti
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