UE: Si Alla Riduzione Iva Sui CD
Bruxelles – Una nuova indagine promossa in cinque paesi Europei, indica che una riduzione dell’ IVA sulla musica registrata darebbe una spinta enorme alle vendite che potrebbero addirittura far raddoppiare il mercato musicale in Europa. L’indagine, effettuata dall’agenzia Martin Hamblin GfK, sottolinea i potenziali benefici economici e culturali che deriverebbero da una riduzione dell’ IVA sui cd registrati. Promossa in occasione della riunione dei Ministri delle Finanze dell’EU lo scorso 18 febbraio a Bruxelles, l’indagine sottolinea che l’aumento delle vendite calcolato su un periodo di uno – due anni compenserebbe i governi nazionali della perdita di reddito derivata da una riduzione di IVA sui CD. La ricerca, realizzata per conto di IFPI, l’organizzazione che rappresenta l’industria discografica a livello internazionale, conferma inoltre, l’entusiasmo dei consumatori per un taglio di IVA sui CD. I risultati sono stati accolti favorevolmente da una Coalizione* che ha lavorato per l’abbassamento dell’ IVA e che riunisce artisti, autori, compositori, editori di musica, Societa’ di Collecting, manager d’azienda rivenditori di prodotti audiovisivi come pure imprese discografiche, dalle indipendenti, alle Major. L’IVA sui CD attualmente e’ fra il 16% ed il 25%, mentre su altri prodotti culturali quali i libri, riviste, i biglietti per il cinema, ingressi ai musei ed ai giardini zoologici l’IVA e’ al 5%. In Italia l’IVA sui cd e’ al 20 % contro il 4% dei libri, ad esempio. La Commissione Europea attualmente sta rivedendo la sesta Direttiva sull’ IVA e prima dell’estate dovrebbe annunciare una serie di proposte riguardanti la classificazione dei prodotti culturali. La ricerca sul consumatore e’ stata condotta in cinque diversi paesi, Germania Regno Unito, Spagna, Italia e Svezia nel dicembre del 2002. E’ stato intervistato un campione di consumatori in ogni paese e registrata la loro risposta ad una riduzione possibile dell’IVA. E’ risultato che in media, quasi il 60% dei consumatori oltre i 16 anni comprerebbe piu’ CD se ci fosse un tasso sostanzialmente piu’ basso di IVA. Di conseguenza, le vendite di album potrebbero raddoppiarsi nei cinque paesi, con un aumento potenziale che varia dal 160% dell’Italia , al 130% in Spagna e Svezia , 110% nel Regno Unito e del 95% in Germania. I risultati suggeriscono che, al mercato discografico che attualmente sta soffrendo un calo nelle vendite e l’aumento della pirateria, verrebbe data una spinta enorme tramite la riduzione dell’ IVA. L’aumento potenziale piu’ grande nelle vendite verrebbe dagli stessi acquirenti di cd. Nella maggior parte dei casi, i consumatori hanno dichiarato che spenderebbero lo stesso importo se l’IVA fosse ridotta significativamente. Inoltre, consumatori che non hanno comprato alcun CD negli ultimi 12 mesi hanno affermato che inizierebbero a comprare dischi se ci fosse una riduzione significativa dell’ IVA. Un terzo dei non-compratori ha affermato che comprerebbe una media di cinque CD all’anno, per un totale, quindi, di 150 milioni di potenziali dischi venduti. I rivenditori di prodotti audiovisivi hanno confermato che i benefici di una riduzione di IVA sarebbero elevati per i consumatori europei, rendendo la musica piu’ accessibile a tutti. Attualmente l’IVA sui CD nei 5 paesi dell’unione europea esaminati varia dal (25%) della Svezia, al (20%) in Italia, al 17.5% nel Regno Unito , al (16%) in Spagna ed in Germania . Una stragrande maggioranza, il 76%, dei consumatori in questi paesi afferma che l’IVA su i CD dovrebbe essere ridotta. Molti consumatori sono inoltre sorpresi che il CD musicale non sia classificato nella stessa categoria IVA di altri prodotti culturali quali i libri, i biglietti per teatro e cinema. Per realizzare l’abbassamento dell’IVA sui CD, la Commissione Europea dovrebbe proporre di aggiungere le registrazioni del suono all’Annesso H della Direttiva sull’ IVA, che elenca tutti i beni e servizi culturali che beneficiano di una tassa ridotta. La decisione finale richiede un voto unanime dai ministri delle finanze dell’EU. Un certo numero di governi dell’EU hanno gia’ espresso il loro voto favorevole all’inclusione delle registrazioni del suono nella categoria beni culturali per l’ IVA. Il Ministro dei beni Culturali italiano Giuliano Urbani ha confermato a FIMI l’impegno dell’Italia nel sostenere una revisione dell’IVA sul piano europeo. Fanno parte della coalizione per la riduzione dell’IVA: ARTIS GEIE – Groupement Europe’en repre’sentant les Organismes de Gestion Collective des Droits des Artistes-Interpre’tes ou Exe’cutants; EMO – European Music Office; GERA-EUROPE, Global Entertainment Retail Association-Europe; GESAC, European Group of Societies of Authors and Composers; ICMP/CIEM, International Confederation of Music Publishers; IFPI, Representing the recording industry worldwide; IMMF, International Music Managers Forum; IMPA, International Music Publishers Association; IMPALA , Independent Music Companies Association. Info FIMI: Elena.strada@fimi.it]]>
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