MILANO. Il Tribunale di Treviso condanna Benetton Retails per non avercorrisposto a SCF (Societa’ Consortile Fonografici) i compensiderivanti dalla trasmissione di musica registrata nei propri puntivendita, ed e’ subito polemica.
Imprenditori indignati,rappresentanti delle associazioni di categoria perplessi per quella chee’ stata erroneamente definita “un’altra tassa da pagare” o ancor peggiouna “multa”, accusando la legge di mancata chiarezza.
IlDirettore Generale di SCF, Saverio Lupica, in una nota ufficiale tiene achiarire la posizione della collecting society.
“Questa sentenzaapre la strada al pieno riconoscimento del nostro ruolo di tutela dei”diritti connessi al diritto d’autore”, spettanti ai produttorifonografici da noi rappresentati cosi’ come stabilito espressamentedalla legge sul diritto d’autore ( L. 22.4.1941, n. 633) nell’art. 73 bis.”
“Non vogliamo imporre nessuna tassa, ne’ tanto meno una multa.”Continua Lupica, “Il nostro compito e’ semplicemente quello di farrispettare quanto espresso dalla legge, che stabilisce che per diffonderemusica in pubblico, anche senza scopo di lucro, e’ necessario ottenerel’autorizzazione di tutti gli “attori” che concorrono alla creazione delprodotto musicale: autori, artisti interpreti ed esecutori e iproduttori fonografici, da noi rappresentati”.
Dare valore aidiritti connessi e alla musica: un bene inestimabile, arte, creativita’,riconosciuta e tutelata in maniera trasparente dalla legge.
Nessunaimposta aggiuntiva e nessuna confusione legislativa: SCF si occupa ditutelare e far riconoscere il lavoro svolto dai produttori fonografici esvolge per questo un’opera di “education” nei confronti di chi “ama lamusica”, con l’obiettivo di responsabilizzare gli operatori, che utilizzanola musica registrata nei propri pubblici esercizi, incoraggiandoli aregolarizzare spontaneamente la propria posizione con quello che e’ di fattosemplicemente un equo compenso, legittimo e previsto per legge.

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