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Il Manifesto SMAU Per L'Innovazione

7 Marzo 2003 Commenta

Roma – In una fase critica del ciclo economico internazionale, l’interrogativo sulle reali capacita’ di ripresa economica dell’Italia si ripropone oggi con maggiore forza. La globalizzazione dei mercati, la rapidita’ del progresso tecnologico, la possibilita’ di accesso alle nuove conoscenze e tecnologie in tutte le aree mondiali modificano profondamente i fattori della competitivita’ e i rapporti di forza tra sistemi economici. Anche se in molti paesi lo sviluppo ristagna, lo scenario competitivo internazionale resta fortemente dinamico. Per tenere il passo e rilanciare l’economia, l’Italia deve compiere un grande sforzo di ricostruzione su nuove basi della competitivita’ delle imprese e dell’intero sistema-paese. Il cambiamento indotto dalle tecnologie dell’informazione e comunicazione impatta su ogni attivita’ e crea le condizioni per una serie di innovazioni di grande impatto che investono il sistema economico-sociale. L’Italia ha colto solo in parte le opportunita’ offerte dal cambiamento e ora si trova a competere con paesi che meglio e piu’ rapidamente hanno saputo rinnovarsi con le nuove tecnologie. Per ripristinare la competitivita’ non resta che la via dell’innovazione: innovazione di business, di prodotto, di design, di marketing, di organizzazione, di processo. L’Italia e’ poco competitiva perche’ la sua capacita’ di innovazione e’ troppo limitata e fragile: in prevalenza si basa su fattori rapidamente imitabili, spesso ha un modesto contenuto di ricerca ed e’ frutto di iniziative isolate, raramente si avvale di collaborazioni con partner internazionali. Bisogna ravvivare nel Paese la cultura dell’innovazione e l’interesse per la creazione di nuovo valore. Il sostegno dell’innovazione deve essere un impegno prioritario da condividere in tutti gli ambienti, senza distinzione di interessi economici o di fede politica. La ricerca delle politiche e delle azioni piu’ idonee per promuovere l’innovazione deve diventare un tema assillante, una preoccupazione costante di tutti e in particolare di coloro che hanno maggiori responsabilita’ nella conduzione dell’economia, delle imprese e delle amministrazioni. Nello scenario della societa’ dell’informazione, e’ l’innovazione il fattore principale della competitivita’ e quindi dello sviluppo. In un contesto di forte creazione di valore, la risorsa umana e’ protagonista con le sue capacita’ e con i suoi comportamenti che condizionano ogni progetto, ogni evoluzione dell’economia e della societa’. La conoscenza e la qualificazione del lavoro sono fattori fondamentali per lo sviluppo. Rispetto alla media dell’OCSE l’Italia ha da recuperare un ritardo sia nel livello medio di istruzione della popolazione, sia nell’impegno per la ricerca. Le tecnologie dell’informazione e comunicazione sono alla base delle grandi trasformazioni dello scenario economico e sociale di questi ultimi anni. Il tasso di innovazione del sistema produttivo risulta piu’ elevato nei paesi dove e’ piu’ forte lo sviluppo del settore ICT ed e’ piu’ diffusa la cultura informatica. Per facilitare l’innovazione industriale occorre creare un ambiente favorevole, un sistema nazionale integrato che a tutti i livelli metta sempre l’innovazione in cima alla lista delle priorita’. In una parola, occorre creare un sistema-paese univocamente orientato all’innovazione. Le risorse dedicate in Italia all’istruzione, alla formazione e alla ricerca non sono sufficienti. Per adeguare la conoscenza alle esigenze dello scenario competitivo occorre intervenire nel sistema formativo e della ricerca con maggiori investimenti e coraggiose riforme e ristrutturazioni. Il miglioramento dei modi di operare, dei contenuti e dell’efficienza di questi sistemi e’ condizione preliminare per competere nella societa’ dell’informazione. Ma l’obiettivo di una nuova competitivita’ richiede molti altri interventi a tutto campo. Le risorse limitate costringono a stabilire delle priorita’ e privilegiare le azioni in quelle aree che presentano le maggiori criticita’. Per rinsaldare il vantaggio competitivo delle imprese occorre ristabilire capacita’ di innovazione di business e di prodotto. Per un salto di qualita’ occorre la capacita’ di sviluppare tecnologie originali o di impiegare quelle esistenti per lo sviluppo di prodotti e applicazioni realmente innovativi. A questo obiettivo deve mirare una ristrutturazione del sistema della ricerca che, oltre ad incrementare i contributi alle iniziative private, nella ricerca pubblica e universitaria, ponga rimedio all’attuale scarsa focalizzazione dei progetti, all’eterogeneita’ culturale rispetto alle esigenze, ai tempi e ai modi dell’impresa, alla scarsa cooperazione con i laboratori privati e ai limitati contatti internazionali. Gli investimenti dovranno essere orientati verso le aree e i settori dove appaiano praticabili progetti di sviluppo realmente innovativo, anche in rapporto alle condizioni della concorrenza, alle prospettive di mercato, all’entita’ degli investimenti necessari, alle competenze e conoscenze disponibili. La possibilita’ di integrare anche attraverso reti telematiche le risorse e le competenze di piu’ imprese offre nuove opportunita’ di aggregazione sia tra imprese localizzate in aree contigue, sia tra imprese situate in diverse aree regionali. Attraverso programmi di coordinamento di livello regionale e nazionale e’ possibile arrivare alla creazione di nuovi distretti produttivi specializzati su prodotti o settori innovativi. Questi distretti, sia di tipo tradizionale, sia di tipo virtuale perche’ formati da imprese geograficamente distanti ma collegate in rete, consentono di raggiungere la massa critica necessaria per operare in un contesto di competizione globale.]]>

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