ROMA. La timbratura delle tessere elettorali, soprattutto in occasione dei referendum, comporta un rischio di violazione dell’articolo 48 della Costituzione, che tutela la segretezza del voto.
E’ la denuncia fatta ieri al Velino da Stefano Rodota’, ex presidente dell’Autorita’ garante per la Privacy, che condivide l’osservazione di un lettore del Corriere della Sera, che sul quotidiano di via Solferino lamentava ieri come, nelle consultazioni referendarie, il non voto possa essere equivalente a un effettivo voto contro.
“Ma mentre il voto contrario segnato sulla scheda, nella cabina del seggio, e’ coperto da segreto, il non recarsi al seggio non lo e'”.
Interpellato dal Velino, Franco Pizzetti, componente dallo scorso 19 marzo dell’Autorita’ garante per la Protezione dei dati personali, preferisce non esprimersi nel merito della questione, almeno fino a quando il Garante non ne venga investito ufficialmente.
A proposito della tessera elettorale, Rodota’ ricorda che quando nel 2001 al Garante fu chiesto un parere sulla tessera, l’autorita’ da lui guidata segnalo’ “un rischio concreto di violazione dell’articolo 48 della Costituzione: infatti, in base ai timbri, risulta evidente a quali consultazioni si e’ partecipato e a quali no. Gia’ allora segnalai come questo problema sarebbe diventato particolarmente acuto in occasione dei referendum”.

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