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Esclusivo. BitTorrent Alla Merce’ Delle Major

3 Agosto 2005 Commenta

BURBANK, CA (USA). Bram Cohen si e’ recato nei quartieri generali della MPAA (Motion Picture Association of America) per un incontro che resta tuttora nel mistero. BitTorrent sara’ modificato per asservire le esigenze delle major?

Questo e’ cio’ che si domandano in molti dopo aver appreso da MercuryNews.com della insolita visita fatta dal creatore di BitTorrent e dal suo COO (Chief Operating Officer) Ashwin Navin alla MPAA nella sua sede di Burbank, California. Cohen ha dichiarato che vi sono state ‘amichevoli’ trattative con i rappresentanti delle major e che altre negoziazioni sono in corso con due studios di cui non sono stati rivelati i nomi.
Cala, dunque, un fitto mistero sulla vicenda BitTorrent, software per il file-sharing che ha conquistato gia’ oltre 40 milioni di utenti, grazie al suo innovativo sistema; con il programma, infatti, e’ possibile (anzi e’ obbligatorio) condividere cio’ che si sta scaricando con tutti gli altri utenti, pur non avendo terminato il download.
I primi commenti sulla vicenda evidenziano la possibilita’ che BitTorrent si trasformi in un mega-filtro di contenuti, permettendo solamente lo scambio di file legalmente detenuti. Questo e’ cio’ che sperano vivamente i rappresentanti delle major. Dean Garfield, direttore degli affari legali della MPAA afferma che sta nascendo un nuovo mercato del file-sharing equipaggiato con sistemi di filtraggio avanzati, che potranno realizzare un ottimo compromesso fra liberta’ di condivisione in rete e tutela dei diritti di proprieta’ intellettuale degli artisti e dei detentori dei diritti d’autore.

D’altro canto, questo ‘scoop’ non sorprende affatto molti altri operatori ed esperti del settore che avevano gia’ congetturato possibili conseguenze della sentenza che ha condannato Grokster e fatto vincere i diritti avanzati dalla MGM. La Corte Suprema degli Stati Uniti, infatti, ha recentemente stabilito che ‘e’ illegale distribuire software che abbia come obiettivo la violazione del copyright’ e che ‘chi lo distribuisce e’ corresponsabile delle violazioni poste in essere da terzi, a prescindere dai possibili usi legali del software stesso’.
Cohen sembra aver capito, dunque, i rischi in cui puo’ incorrere.

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