Il Grabbing Non Risparmia Nemmeno I Bambini
NAPOLI. Come e’ noto Telefono Arcobaleno e’ un’associazione senza fini dilucro, fondata nel 1996, che persegue lo scopo della tutela e dellapromozione dei diritti dei bambini. E’ un’associazione particolarmenteattiva nel denunciare ogni abuso perpetrato ai danni dei minori come nelrecente caso di quell’organizzazione criminale che offriva bambine invendita per l’Italia ed altri Paesi europei, sotto la copertura di adozioniinternazionali, scoperta e denunciata all’autorita’ giudiziariadall’associazione. Per collegarsi al sito Internet di Telefono Arcobalenobisogna digitare l’indirizzo www.telefonoarcobaleno.com ed a questo puntouna domanda sorge spontanea: come mai un’associazione che non ha scopo dilucro ed e’ italiana utilizza un dominio come il .com particolarmenteindicato per le attivita’ commerciali? La risposta e’ immediata e si collegacome sempre alla triste pratica del domain grabbing.Difatti il nome di dominio telefonoarcobaleno.it risulta registrato gia’ dalgennaio 2000 a nome di altre persone che non hanno niente a che vedere con l’associazione ed anche per l’estensione .net bisogna fare lo stessodiscorso. Ma l’aspetto inquietante e’ che l’home page del sitowww.telefonoarcobaleno.it non lascia adito a dubbi sull’equivocita’ deicontenuti che assumono una particolare rilevanza tenuto conto del nome edell’attivita’ dell’associazione sicuramente lesi da immagini e contenuticosi’ eloquenti come la lolita e le linee telefoniche magiche, hard, e diconsulenza (di che tipo?). Il sito risulta ancora in fase di realizzazione,ma le prospettive sono davvero preoccupanti.Queste sono le conseguenze dell’attuale sistema di assegnazione dei “domainnames” che si regge su due principi fondamentali:a) p. dell'”unicita'” del nome a dominio, nel senso che non possono esisteredue indirizzi Internet identici, ossia due indirizzi col medesimo SLD;b) p. del “first come, first served”: il nome a dominio viene assegnato alprimo richiedente, senza che sia necessaria un’indagine di merito volta adappurare se il registrante abbia o no un effettivo titolo a vedersiassegnato il dominio da lui prescelto. Un criterio, insomma, di merapriorita’ cronologica, con il risultato – di grande rilievo pratico – chechiunque puo’ registrare come proprio nome di dominio un marchio altrui,escludendo cosi’ qualunque altra persona dall’uso del medesimo sulla rete.Il principio del first come, first served, e’ sempre stato molto contestatoper il suo carattere eccessivamente liberale (divenuto efficace in Italiaper il ccTLD “.it” dal 16 dicembre 1999) e puo’ portare a delle conseguenzedavvero aberranti come nel caso di specie.]]>
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