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Games: In America Probabile Stop Ai Videogiochi Violenti

26 Maggio 2003 Commenta

Washington – Quella sulla violenza nei videogiochi e’ una polemica che ormai da anni segna le pagine delle cronache internazionali: il celeberrimo caso “Carmaggedon”, il cinico programma in cui e’ necessario fare strage di pedoni con la propria auto per risultare i migliori classificati, e’ stato il precursore di una discussione che ha avuto echi anche in Italia. E’ lecito o meno rendere accessibili a tutti videogames nei quali la violenza piu’ efferata sia un elemento essenziale? E’ giusto che minori di diciotto anni possano far uso di software la cui influenza potrebbe avere conseguenze negative? E’ fuor di dubbio che la “costanza” con cui alcuni giovani si cimentano nei videogiochi potrebbe insospettire: gli esperti parlano di vera e propria dipendenza per alcuni e prospettano danni a livello comportamentale. L’annuncio dello studio da parte dello Stato di Washington di una serie di norme contro la violenza nei videogiochi giunge in un momento assai importante per il settore, che si prepara a superare il volume d’affari dell’industria cinematografica e che proprio in questi ultimi giorni si e’ incontrato a Los Angeles nell’E3, una delle fiere piu’ importanti al Mondo in materia. In questo caso non si vuole censurare la violenza in assoluto, ma solo evitare che possano giungere nelle mani dei minori giochi nei quali prendersela con l’autorita’ di Pubblica Sicurezza sia parte fondamentale (vedi ad esempio l’ultimo nato della serie Grand Theft Auto), alla luce dell’alto numero di reati violenti commessi nello stesso Stato di Washington, primo in America in una classifica della quale andare tutt’altro che orgogliosi: il provvedimento infatti sanzionerebbe con multe assai salate i rivenditori colti a non rispettare un eventuale divieto; il videogioco dunque alla stregua degli alcolici. ]]>

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