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Assintel: Indagine Sui Web Services; L'Open Source Fa Da Padrone

13 Giugno 2003 Commenta

Milano – Sono stati presentati a Milano, nel corso di un convegno, i risultati di un’indagine Assintel sui Web Services. L’indagine e’ stata svolta su 400 Software house, di cui un terzo distribuito tra Milano e provincia. Le aziende, focalizzate su software e servizi, operano prevalentemente nel settore business e marginalmente nel settore consumer. Inoltre, un ottavo del campione e’ costituito da key player del settore, vale a dire da aziende che per fatturato, per specializzazione o per competenze distintive sono riconosciute tra le piu’ significative del settore. I risultati dell’indagine sono molto incoraggianti e lasciano prevedere notevoli sviluppi in quest’area nei prossimi anni: Nell’ambito milanese il 42% delle aziende ha gia’ sperimentato la realizzazione di un Web service o e’ in procinto di farlo, mentre il 15% lo ha pianificato entro 12 mesi. I dati a livello nazionale sono sostanzialmente identici. In questo caso, si legge in una nota, a differenza di quanto riscontrato in altre ricerche, l’area milanese non appare piu’ avanti del resto d’Italia. Sono i key players e le societa’ con piu’ di 50 dipendenti a guidare il mercato, con percentuali di realizzazione dei Web services, gia’ effettuata o molto prossima, superiori al 60%. Le aree di sviluppo piu’ avanzate sono quelle relative ad applicazioni verticali ed all’eBusiness, mentre si dividono in modo pressoche’ equo le modalita’ d’impiego lo sviluppo di software standard, lo sviluppo di software ad hoc e la commercializzazione di software di terzi. L’impiego principe dei Web services e’ nella realizzazione di integrazioni tra dati o processi all’interno dell’azienda, mentre il secondo campo di applicazione e’ stato quello dell’integrazione di applicazioni Web. Tra gli strumenti di sviluppo utilizzati per la realizzazione dei Web services la tecnologia Microsoft non assume un peso determinante, come e’ invece avvenuto in altri ambiti. Una grossa parte dello sviluppo (circa il 60%) avviene utilizzando la tecnologia Java che, per quanto protetta da copyright Sun, puo’ considerarsi Open. Anche a livello di framework applicativo il 22% degli intervistati ha dichiarato di usare solo strumenti Open Source. Si tratta di una delle percentuali piu’ alte riscontrate da Assintel nell’ambito delle tecnologie di sviluppo. Mentre innovativi appaiono gli approcci tecnologici, tradizionale appare il meccanismo di pricing, fondamentalmente basato sulla normale cessione del software in licenza d’uso. Stenta ad affermarsi il modello del pay-per-use, che dovrebbe trovare in questo ambito un buon caso di applicazione, in particolare per i Web services aperti all’esterno. In termini di resistenze all’introduzione dei Web services la prima motivazione indicata e’ stata quella della sicurezza. I timori di intrusioni non desiderate sono alla base delle due considerazioni immediatamente successive. La prima e’ la sensazione che i Web services siano ancora lontani dal core business delle aziende. La seconda e’ che servano ancora alcuni anni prima che si affermino in modo definitivo. Interessante e’ notare, infine, come anche le aziende che hanno dichiarato di non avere in progetto alcuna realizzazione di Web service nei prossimi 12 mesi mantengano un atteggiamento decisamente positivo rispetto a questa tecnologia. La maggioranza degli intervistati ha dichiarato, infatti, di essere pronta a salire sul vagone dei Web services appena le condizioni si faranno positive, cioe’ quando la domanda crescera’ e la tecnologia sara’ piu’ matura. L’indagine completa e gli atti del convegno saranno disponibili a breve sul sito Assintel: www.assintel.it.]]>

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