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Comunita’ Open Source Per Il Fair Use

17 Ottobre 2002 Commenta

Bologna – Da quando le societa’ titolari di importanti diritti di proprieta’intellettuale stanno introducendo in commercio prodotti che non possonoessere fruiti se non pagando i relativi diritti di royalties, il settoregiuridico delle libere utilizzazioni (fair use) si sta drasticamentecomprimendo. Nella maggior parte delle legislazioni mondiali sono presentinorme che disciplinano i casi specifici di fair use, ovvero quellesituazioni in cui e’ consentito utilizzare le opere protette dalle leggi suldiritto d’autore, senza doverne richiedere e ottenere preventivamentel’autorizzazione dal legittimo titolare (si veda il Capo V della nostralegge 633/41). Purtroppo per tutti gli utenti, queste stesse legislazionipresentano anche norme in base alle quali i contenuti digitali protetti daldiritto d’autore possono essere muniti di misure tecniche (DRM) che limitanola fruizione delle opere solo a chi ha legalmente acquistato la licenza. Difronte a una tale situazione, le numerose comunita’ open source presenti inrete non stanno certo a guardare. Esse si stanno gia’ da tempo attivando alfine di richiedere agli organi legislativi competenti (soprattutto quelliamericani) la predisposizione di nuove norme che tutelino i diritti di fairuse di ciascun consumatore. Fra queste organizzazioni si cita laDigitalConsumer.org, con a capo Joe Kraus, che sta cercando, da un lato, dicombattere l’introduzione di leggi pericolose per gli utenti quali, peresempio, il Consumer Broadband and Digital Television Promotion Act e,dall’altro, di far approvare norme che garantiscano diritti di time-shiftinge di space-shifting relativamente alle opere acquistate dai consumatori. Pertime-shifting s’intende il diritto dell’acquirente di fruire di unadeterminata opera in un periodo di tempo non condizionato dalle pretesedelle case titolari dei relativi diritti d’autore; per space-shifting,invece, il diritto di utilizzare un contenuto – legalmente comprato – suisupporti che sono piu’ congeniali all’acquirente (per es., copiare un cd inun lettore di musica digitale).

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Comunita’ open source per il Fair Use

16 Ottobre 2002 Commenta

Sono numerose le comunita’ in rete che si occupano attivamente della tutela dei diritti di fair use appartenenti a ciascun consumatore. Con l’avvento delle nuove tecniche di Digital Rights management (DRM), infatti, ogni utente potra’ fruire di un determinato prodotto solo se legalmente licenziato. Di fronte a questa situazione, le organizzazioni open source, soprattutto, si stanno dando molto da fare per promuovere nuove leggi che rafforzino il tormentato settore delle libere utilizzazioni.


Bologna – Da quando le societa’ titolari di importanti diritti di proprieta’ intellettuale stanno introducendo in commercio prodotti che non possono essere fruiti se non pagando i relativi diritti di royalties, il settore giuridico delle libere utilizzazioni (fair use) si sta drasticamente comprimendo.
Nella maggior parte delle legislazioni mondiali sono presenti norme che disciplinano i casi specifici di fair use, ovvero quelle situazioni in cui e’ consentito utilizzare le opere protette dalle leggi sul diritto d’autore, senza doverne richiedere e ottenere preventivamente l’autorizzazione dal legittimo titolare (si veda il Capo V della nostra legge 633/41). Purtroppo per tutti gli utenti, queste stesse legislazioni presentano anche norme in base alle quali i contenuti digitali protetti dal diritto d’autore possono essere muniti di misure tecniche (DRM) che limitano la fruizione delle opere solo a chi ha legalmente acquistato la licenza.
Di fronte a una tale situazione, le numerose comunita’ open source presenti in rete non stanno certo a guardare. Esse si stanno gia’ da tempo attivando al fine di richiedere agli organi legislativi competenti (soprattutto quelli americani) la predisposizione di nuove norme che tutelino i diritti di fair use di ciascun consumatore.
Fra queste organizzazioni si cita la DigitalConsumer.org, con a capo Joe Kraus, che sta cercando, da un lato, di combattere l’introduzione di leggi pericolose per gli utenti quali, per esempio, il Consumer Broadband and Digital Television Promotion Act e, dall’altro, di far approvare norme che garantiscano diritti di time-shifting e di space-shifting relativamente alle opere acquistate dai consumatori.

Per time-shifting s’intende il diritto dell’acquirente di fruire di una determinata opera in un periodo di tempo non condizionato dalle pretese delle case titolari dei relativi diritti d’autore; per space-shifting, invece, il diritto di utilizzare un contenuto – legalmente comprato – sui supporti che sono piu’ congeniali all’acquirente (per es., copiare un cd in un lettore di musica digitale).


Secondo quanto emerge da un’intervista rilasciata da Joe Kraus (leader di DigitalConsumer.org) la tutela delle libere utilizzazioni e’ un argomento da prendere con la dovuta considerazione e, per questo, e’ utile creare organizzazioni volte alla sensibilizzazione del pubblico e degli organi legislativi. Kraus afferma che la lotta a favore del fair use non e’ una mera mascherazione di movimenti “no copyright” o simili, ma e’ la spontanea aggregazione di tutti i consumatori schiacciati dal monopolio delle major discografiche e delle potenti software houses.
Le norme sulle libere utilizzazioni, infatti, sono presenti nella maggior parte delle legislazioni gia’ da decenni e non vi e’ motivo per cui esse debbano cedere il passo agli interessi di pochi. Ogni giorno i titolari di diritti d’autore avanzano sempre nuove richieste agli organi legislativi e ottengono volta per volta importanti vittorie, del tutto all’insaputa e a detrimento del consumatore indifeso. Inoltre, questa situazione di “monopolio” dei menzionati titolari implica un “monopolio” anche sul progresso tecnologico che appartiene a tutti, non solo ad alcuni.

La soluzione da intraprendere, dunque, secondo Kraus, e’ quella di far sentire la propria voce di dissenso a tutti gli organi legittimati. Per essere veramente attivi in questo senso, bisogna non solo segnalare a questi organi questo contesto di squilibrio (oltre 30.000 fax sono stati inviati di recente al Congresso americano), ma occorre anche usare il proprio potere di mercato: ogni volta che entrano in commercio dispositivi che restringono i diritti degli utenti, bisognerebbe boicottarne la vendita.

Kraus conclude dicendo che, comunque, questa campagna non e’ volta a istigare l’incremento della pirateria, ma anzi e’ necessario combattere la violazione del copyright applicando un giusto equilibrio fra i diritti dei titolari del diritto d’autore e i diritti degli utenti/consumatori finali.

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