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VATICANO: L’ARCHIVIO SEGRETO SI APRE ALL’HI-TECH

31 Ottobre 2003 Commenta

(ANSA) – ROMA, 31 OTT – Fino all’altro ieri era accessibile solo agli studiosi, oggi sposa le nuova tecnologie: anche l’Archivio segreto del Vaticano si evolve al passo con i tempi ed apre le porte alla rivoluzione digitale. Per Antonio Cappella, esperto in sistemi informatici presso l’Archivio, la sfida e’ duplice, da una parte lavorare affinche’ il patrimonio documentale sia preservato, dall’altro offrire i piu’ avanzati strumenti tecnologici per la ricerca e la consultazione. E’ quanto si legge sul sito della Apple Italia. ”Il nostro impegno – dice Cappella – e’ proporzionale alla vastita’ ed alla complessita’ dell’Archivio e si inserisce nella consapevolezza di offrire un servizio alla storia”. Sono oltre 650 i fondi archivistici custoditi tra le mura del prestigioso istituto, equivalenti a 85 chilometri lineari di scaffalatura con materiali che risalgono fino all’VIII secolo e nell’ultimo anno sono state calcolate circa 11.700 presenza nelle sale studio. Oltre alle ordinarie operazioni di conversione dei microfilm esistenti in Cd Rom, ”una delle realizzazioni piu’ interessanti sotto il profilo sperimentale ~ sottolinea Cappella – e’ rappresentata dal progetto Tecniche innovative per la salvaguardia dei documenti in formato digitale”. Si tratta di un approccio ”completamente nuovo – prosegue Cappella ~ di salvataggio su pellicola: si parte infatti da copie gia’ acquisite in formato elettronico, in modo da accorciare i tempi di realizzazione ed ottenere una qualita’ superiore durante la fase di salvataggio”. Pergamene, registri, carte geografiche alterati dal tempo possono poi essere recuperati e resi leggibili attraverso l’utilizzo di uno scanner particolare, che riesce a rendere visibili, ingrandendoli, segni altrimenti indecifrabili per l’occhio umano. Preoccupati dalla velocita’ dell’evoluzione tecnologica, all’Archivio hanno scelto di sperimentare sistemi che possano garantire l’accesso ai dati in formato elettronico nel tempo. ”I software – spiega Cappella – sono sviluppati dallo staff dello stesso Archivio, per evitare periodiche e rischiose riconversioni dei dati ed ogni possibile dipendenza da societa’ esterne, pur mantenendo la necessaria compatibilita’ con gli standard utilizzati a livello internazionale”. Per quanto riguarda, invece, le apparecchiature informatiche ed il sistema operativo e’ stata la casa di Cupertino dal marchio a forma di mela ad aggiudicarsi un posto di privilegio in Vaticano. ”La nostra piu’ grande soddisfazione ~ conclude Antonio Cappella – viene dal successo registrato tra gli studiosi, che hanno accolto con favore le nuove possibilita’ di consultazione e dalla facilita’ con cui il personale utilizza gli strumenti informatici”. (ANSA). /RED

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