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IBM: Un'Outsourcing Di Grande Rilievo

15 Settembre 2003 Commenta

NEW YORK. Procter & Gamble Company ha annunciato di aver concluso con IBMBusiness Consulting Services un accordo decennale, del valore di 400 milionidi dollari, per la fornitura di servizi on demand a supporto della divisioneRisorse Umane. IBM fornira’ a circa 98.000 dipendenti P&G, di 80 nazioni,servizi che vanno dalla gestione degli stipendi, dei free benefit e deirimborsi spese alla supervisione dei costi. L’accordo, operativo a partiredal 1 gennaio 2004, prevede che IBM prenda in carico le responsabilita’operative dei servizi HR dei centri P&G di San Jose (Costa Rica), Newcastle(Gran Bretagna) e Manila (Filippine), e integri nel proprio network BTO(Business Transformation outsourcing) i centri P&G di altre 25 nazioni.L’accordo IBM-P&G costituisce sicuramente uno dei contratti di outsourcingdi maggiore rilevanza mondiale che rilancia in maniera decisiva il colossoamericano nello specifico settore negoziale.Il contratto di outsourcing assolve alla funzione economico-sociale difornire, in cambio di corrispettivo, all’utente un completo servizioinformatico che si sostituisce a quello preesistente, assorbendone tutte oquasi tutte le attivita’; in definitiva attraverso il contratto in esame sirealizza un trasferimento ad un fornitore esterno delle attivita’informatiche e telematiche, compresi il personale, le infrastrutture, leattivita’ operative e gestionali. Il fornitore puo’ essere unico ovvero puo’trattarsi di piu’ fornitori fra loro collegati.Il contratto in esame, nato ovviamente dall’autonomia negoziale e nondisciplinato nel codice, costituisce un negozio atipico destinatosicuramente a futuri sviluppi, in quanto tende a soddisfare al massimo leesigenze operative dell’utente. Invero attraverso l’outsourcing siconcretizza una vera e propria dismissione delle varie attivita’informatiche dell’utente, con contestuale delega al fornitore della lorointera gestione.Naturalmente si tratta di un’operazione particolarmente complessa e delicatache, se da un lato offre indubbi vantaggi economici e semplificazionioperative, dall’altro pone l’utente nel rischio di non poter piu’controllare il proprio patrimonio informatico soprattutto se, in forza disuccessiva diversa determinazione, dovesse ripristinare il proprio sistema otrasferirlo ad altro fornitore.La presenza di un’area a rischio, costituita appunto dagli effettiparticolarmente negativi per l’utente che perde il controllo della propriaattivita’, induce le parti a prevedere specifiche clausole relative allapossibilita’ di rientro o passaggio del servizio a terzi senza attriti oparticolari difficolta’, di solito mantenendo nella disponibilita’ dell’utente alcune parti software che ne rafforzino la possibilita’ operativapratica.Il contratto in esame nasce come evoluzione di altra precedente figuraaffermatasi nella prassi, ovvero il cosiddetto facility management,attraverso il quale il contraente si impegna a fornire all’utente una seriedi attivita’ di service e di sviluppo, con priorita’ per prestazioni diconsulenza sistemistica, con possibili concessioni di licenze d’uso disoftware o connessi accordi di sviluppo.Quanto alla sua natura giuridica, l’outsourcing viene inquadrato nell’ambitodel contratto di appalto caratterizzato dalla commistione di prestazioni dibeni e servizi, essendo comprese nell’oggetto sia lo sviluppo di programmiche la fornitura di beni. Parte della dottrina osserva che la complessita’strutturale di un accordo di outsourcing non vieta che ad esso si applichila disciplina dell’appalto, assorbendosi le ulteriori norme da applicare,secondo la prevalenza di uno piuttosto che di un altro profilo, il tuttopero’ senza lasciare prive di tutela le parti.]]>

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