INTERNET: I NAVIGATORI NON AMANO SPAM, PENALIZZA E-COMMERCE
(ANSA) – ROMA, 12 FEB – Le e-mail pirata terrorizzano i navigatori della rete penalizzando il commercio elettronico. Piu’ della meta’ dei consumatori infatti rinuncia a servirsi degli strumenti offerti dal commercio elettronico per timore di ricevere spam, e oltre l’80% chiede ai governi di imporre il consenso preventivo (opt-in) per l’invio di messaggi commerciali. Sono questi i risultati piu’ eclatanti di un sondaggio online promosso dal TransAtlantic Consumer Dialogue (Tacd), un organismo che riunisce 65 associazioni per la tutela dei consumatori in Europa e negli Usa, e reso pubblico in occasione della recente conferenza OCSE sullo spam tenuta il 2-3 febbraio scorsi. Il sondaggio – riferisce la Newsletter del Garante per la protezione dei dati personali – e’ stato effettuato fra settembre e dicembre 2003, ed ha riguardato 21.102 persone di 36 diversi Paesi. Si scopre cosi’ che i consumatori hanno indicato chiaramente di considerare lo spam un grave elemento di disturbo (96%), e addirittura l’84% ha chiesto di vietarlo espressamente per legge. E’ significativo che tali percentuali non varino in misura importante nei 36 Paesi presi in considerazione. Soprattutto degna di nota e’ la netta preferenza accordata al consenso preventivo (opt-in) quale approccio da seguire per tutte le comunicazioni commerciali (82%), e all’uso di etichette per segnalare la natura del messaggio in arrivo, l’80% ha indicato di gradire tale soluzione. Inoltre che lo spam rappresenti un grave ostacolo allo sviluppo del commercio elettronico e’ dimostrato dal fatto che il 52% dei consumatori hanno detto di aver ridotto o rinunciato alle transazioni commerciali online per il timore di essere bersagliati successivamente da messaggi indesiderati. Inoltre, solo il 17% considera efficaci i filtri anti-spam oggi disponibili, anche se il 62% dichiara di farne uso. Oltre il 90% teme per la possibile esposizione dei minori ai messaggi di spam, che spesso hanno contenuto pornografico. Sulla base dei risultati di questo sondaggio, il Tacd ha formulato una risoluzione con la quale invita l’amministrazione Usa ed i governi europei a collaborare per armonizzare la legislazione in materia di spam, ed a promuovere in altre regioni del mondo approcci normativi fondati sul rispetto del diritto fondamentale alla privacy. Il Tacd inoltre sollecita gli Internet provider e gli altri soggetti operanti su Internet ad adottare tutte le misure tecniche e giuridiche necessarie per bloccare lo spam, a mettere a disposizione degli utenti filtri anti-spam di facile applicazione, ed a fornire un’informativa adeguata sui diritti e le opzioni disponibili rispetto allo spam. Infine invita governi europei e l’amministrazione Usa a collaborare con le associazioni per la difesa dei consumatori, Internet provider, imprese di marketing ed altri soggetti interessati per potenziare la tutela dei minori rispetto allo spam e li sollecita a garantire l’applicazione delle norme di legge relative allo spam a livello nazionale, regionale e transatlantico.(ANSA).
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