ORACLE: SFIDA DIPARTIMENTO USA PER DIFENDERE FUTURE FUSIONI
(ANSA) – NEW YORK, 1 MAR – La decisione del Dipartimento diGiustizia di portare davanti ad una Corte la possibile fusionetra Oracle e Peoplesoft, annunciata lo scorso giovedi’, nonsembra spaventare la Oracle pronta a dare battaglia in aula alfine di mutare possibili precedenti vincolanti e restrittivi inmateria di concorrenza e fusioni. Nel corso del fine settimana, il board della casa informaticacaliforniana ha infatti deciso di andare in giudizio e sfidaregli esperti antitrust del Dipartimento in modo da ”rimuovereun caso legale che potrebbe rendere piu’ difficile” il raggiungimento di accordi di fusione e acquisizione. La mossa della Oracle – come viene notato dal Wall StreetJournal – rientra nella volonta’ dell’ azienda di crescereattraverso una politica di espansione basata sull’ acquisto disocieta’ rivali, malgrado la contrarieta’ al matrimonio conPeoplesoft manifestata dalle autorita’ statunitensi. Nelfuturo di Oracle – nota il Wsj – potrebbe esserci anche lasoftware house Bea Sytstems, da tempo nel mirino della societa’guidata da Larry Ellison. La decisione del Dipartimento di giustizia di opporsilegalmente alla possibile fusione tra Oracle e Peoplesoft eraarrivata lo scorso giovedi’ al termine di una valutazione avviata dalle autorita’ americane nell’ estate 2003. Nel mese di giugno, infatti, Oracle aveva deciso dipresentare a Peoplesoft una offerta d’ acquisto ostile da 5,1miliardi di dollari – subito finita al centro delle perplessita’del Dipartimento – elevata, a luglio, a 7,3 miliardi di dollarie poi spinta a 9,4 miliardi lo scorso 4 febbraio. Mosse valutate in maniera poco benevola dagli stessi uominidel Dipartimento i quali – dopo mesi di analisi – hanno sceltodi adire le vie legali in modo da bloccare una fusione definita”anticoncorrenziale”, e negativa per l’ intero settore deisoftware per computer. ”Bloccare questo genere di accordi – erastato spiegato da Hewitt Pate, procuratore del Dipartimentoattivo nel settore antitrust – permette di proteggere laconcorrenza” a beneficio dei consumatori e delle istituzioniche fanno uso dei prodotti messi in vendita dalle societa’informatiche.(ANSA).
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