INTERNET: PARTONO ANCHE IN ITALIA CAUSE CONTRO PIRATI MUSICA
(ANSA) – NEW YORK, 30 MAR – La Riia, l’ associazione deidiscografici statunitensi, ha fatto scuola. Citati in giudiziocentinaia di utenti della rete americani – accusati di pirateriaonline per avere scaricato da Internet brani in via gratuita esenza pagare i diritti alle etichette musicali – tocca adesso ailoro colleghi canadesi, danesi, tedeschi e italiani finire nelmirino. La International Federation of the Phonografic Industry,l’ organismo che raggruppa le case musicali a livello mondiale,ha reso noto di avere fatto partire atti di citazioni neiconfronti di 247 navigatori di Internet con l’ accusa dipirateria per avere scaricato da siti giudicati irregolari,musica digitale in formato Mp3. Nel dettaglio – secondo quanto riportato dal Wall StreetJournal – sono stati colpiti 120 residenti in Danimarca, 68 inGermania, 30 in Italia e 29 in Canada. Per quanto concernecanadesi e danesi, le accuse hanno carattere civilistico mentreper quanto riguarda gli Internauti italiani e tedeschi le accusesono di natura penale. Il carattere penalistico assunto inGermania e Italia – viene spiegato – si e’ reso necessariopoiche’, secondo le norme vigenti nei due Paesi, le societa’ diaccesso a Internet possono fornire i nomi degli utenti solo incaso di accuse di natura penale. La mossa aggressiva compiuta dalla International Federationof the Phonografic Industry ricalca la battaglia condotta dallaRiia in America che quale ha riportato, negli ultimi mesi, buonirisultati. Il mondo della musica digitale era salito alla ribalta gli anni passati grazie al servizio Napster (prima gratuito, poicostretto a chiudere sugli attacchi delle major del disco e oggirinato a pagamento) sulla cui scia si sono mosse tutte legrandi case informatiche, a partire dalla Apple la quale, con ilsuo servizio iTune, e’ divenuta regina incontrastata del settore.(ANSA).
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