TLC: USA; TROPPA TV PROVOCA DEFICIT ATTENZIONE BAMBINI
(ANSA) – NEW YORK, 5 APR – Troppa televisione provoca nei bambini la cosiddetta sindrome da deficit di attenzione, ma il rimedio farmaceutico ha una nuova controindicazione: secondo studi condotti negli Usa il Ritalin, la medicina piu’ comunemente usata per combattere questo disturbo, sarebbe la causa di ritardi nella crescita. Lo studio su sindrome da deficit di attenzione e tv e’ stato pubblicato sulla rivista Pediatrics: piu’ i bambini sotto i tre anni sono parcheggiati davanti alla televisione e piu’ rischiano di presentare la sindrome da deficit di attenzione in eta’ scolare, hanno scoperto i ricercatori del Children’s Hospital di Seattle. Secondo lo studio ogni ora al giorno passata davanti al piccolo schermo in eta’ prescolare aumenta del 10 per cento la possibilita’ di mostrare i sintomi della sindrome all’eta’ di sette anni. Lo studio ha calcolato anche il tempo che i bambini americani passano davanti alla televisione: in media 2,2 ore al giorno al primo anno di eta’ che salgono a 3,6 ore al giorno compiuti i tre anni. Alcuni bimbi tuttavia sono parcheggiati davanti al piccolo schermo ben 12 ore al giorno e tre su dieci hanno la tv in camera. Secondo i ricercatori di Seattle non sono i contenuti dei programmi televisivi ad essere sul banco degli imputati per il rischio aggiuntivo da sindrome da deficit di attenzione. Al loro giudizio sono invece le immagini visive irreali e veloci di molti programmi che potrebbero alterare lo sviluppo del cervello. La sindrome da deficit di attenzione e’ il piu diffuso disturbo neurologico dell’infanzia: ne soffrono tra il quattro e il 12 per cento dei bambini in eta’ scolare negli Stati Uniti. Si manifesta con un calo della capacita’ di concentrazione,difficolta’ organizzative e comportamenti impulsivi. Viene spesso curata con il Ritalin, ma un altro studio ha evidenziato oggi un grave effetto collaterale di questo farmaco. I ricercatori hanno constatato che la medicina rischia di inibire la crescita’ dei bambini a cui viene somministrata. Il divario in altezza tra chi e’ sotto cura e chi non e’ risultato di oltre un centimetro. (ANSA).
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