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SPAZIO: MARS EXPRESS, SLITTA AVVIO RADAR ITALIANO MARSIS

20 Aprile 2004 Commenta

(ANSA) – ROMA, 20 APR – Piccolo ritardo nella tabella di marcia della missione Mars Express: il radar Marsis, di fabbricazione interamente italiana e che avrebbe dovuto inziare la sua attivita’ oggi, comincera’ invece a funzionare dagli inizi di maggio per cause di natura tecnica. Lo ha precisato la responsabile Unita’ osservazione dell’universo dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Simona di Pippo, a margine della lezione su Marte tenuta dallo scienziato americano Paul Doherty, a Roma in occasione della Settimana nazionale dell’astronomia. ”L’inizio delle operazioni per l’attivazione di Marsis – ha spiegato di Pippo – era previsto per oggi, ma per ragioni tecniche legate alla missione si e’ deciso uno slittamento di pochi giorni. A bordo della missione sono infatti in atto vari esperimenti e dal momento che il radar e’ non compatibile con un altro strumento a bordo, la sua accensione e’ stata rimandata per ottimizzare le strategie di osservazione”. Uno strumento tutto italiano, Marsis, dal quale gli scienziati si aspettano molto: ”E’ la prima volta in assoluto, infatti, che un radar sottosuperficiale – ha sottolineato di Pippo – viene montato su una missione su Marte; si tratta di un vero fiore all’occhiello perche’ ci consentira’, dopo i primi 4-5 mesi, di avere una mappa complessiva di tutta la superficie di Marte”. Questo portera’ al risultato piu’ atteso della missione: ”Alla fine di questi esperimenti – ha affermato la responsabile Asi – sapremo dov’e’ l’acqua; in altre parole, se su Marte c’e’ l’acqua, con Marsis la troveremo sicuramente”. Infatti, ”se il modello usato per costruire lo strumento e’ corretto – ha proseguito di Pippo – Marsis riesce a penetrare fino a 5 chilometri in profondita’ ”. Ma la tecnologia italiana ha gia’ in cantiere quello che promette di essere un nuovo ‘asso nella manica’: si tratta, ha rilevato di Pippo, del ”fratello evoluto di Marsis, Sharade, che volera’ ad agosto 2005 su una missione americana che si chiamera’ MRO e consentira’ di rifare una mappatura di Marte con una precisione ancora maggiore”. Per la prima volta in assoluto, ha sottolineato l’esperta, ”questo strumento italiano sara’ un Facility Instrument, vale a dire lo strumento chiave di una missione americana”. Un traguardo, ha concluso, dal momento che ”non e’ mai successo che in una missione americana uno strumento italiano, o comunque europeo, abbia rappresentato il cuore della missione stessa”.(ANSA).

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