ITC: LE DONNE SONO IL 22%
(ANSA) – ROMA, 5 MAG – Il 22% dei professionisti altamente specializzati in Informaton Technology e’ oggi composto da donne. Figure altamente specializzate che, tuttavia, fanno piu’ fatica dei colleghi maschi a fare carriera e, anche per questo, hanno una maggiore propensione a fuggire all’estero. Sono questi i risultati di una ricerca del Cefriel (Centro per la ricerca e l’innovazione del Politecnico di Milano) sulla carriera e il livello retributivo dei laureati che hanno frequentato corsi di alta specializzazione post universitari in Information Technology. Lo studio (che analizza la situazione lavorativa di oltre 350 professionisti che hanno conseguito negli ultimi 15 anni un Master in Information Technology presso il Cefriel) mostra un’interessante femminilizzazione per il settore in Italia. Un risultato, superiore di ben sette punti alla media del comparto calcolata da Assinform, che e’ conseguenza – spiegano i ricercatori – della maggiore propensione alla specializzazione post-laurea delle donne, che negli ultimi anni sono cresciute sia nelle facolta’ legate a Ingegneria, sia nei corsi di Scienze dell’Informazione, Fisica e Matematica. Premesso che l’86% degli intervistati (senza differenze di genere) svolge la sua attivita’ nel settore ICT, le diversita’ tra uomini e donne emergono nel tipo di attivita’ svolta, nel reddito percepito e nella propensione a cambiare lavoro ed emigrare all’estero. COSA FANNO LE PROFESSIONISTE DELL’ICT. L’indagine mostra come nel complesso del campione siano prevalenti le figure tecnico-commerciali (45%) e di chi opera nella consulenza (27%); il 21%, un quinto del totale, si occupa di ricerca e sviluppo nel settore e il 3% ha raggiunto posizioni di rilievo nel campo della formazione con particolare riferimento alle carriere universitarie. Dal punto di vista dell’analisi di genere, tuttavia, emergono le prime differenze sostanziali. Gli uomini hanno infatti una presenza molto maggiore nella ricerca (24% contro il 12% delle donne) e nell’universita’ (3% contro l’1,5% delle donne), due ambienti che appaiono quindi molto piu’ conservatori. QUANTO GUADAGNANO LE PROFESSIONISTE DELL’IT.La maggioranza dei professionisti (55%) che ha conseguito un Master IT da almeno 5 anni ha una media retributiva superiore a 40.000 euro (media del settore secondo Assinform), mentre il 52% delle figure junior (che hanno conseguito il Master tra il 1998 e il 2002), supera il benchmark di 20.000 lordi annui. Se scomponiamo questo dato per genere, troviamo la piu’ importante discrepanza tra uomini e donne: solo il 29% delle donne, infatti, guadagna piu’ della media del settore contro il 57% degli uomini e, tra le specialiste in Information Technology, chi guadagna piu’ di 40.000 e’ in minoranza, mentre tra gli uomini e’ in forte maggioranza. Una differenza che conferma i dati della Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalita’ (Cida) che segnalano come le donne guadagnino in media il 20% in meno dei colleghi maschi. LA FUGA DEI CERVELLI ROSA.Stipendi piu’ bassi e lavori meno gratificanti sono molto probabilmente tra le cause dell’alta mobilita’ sia lavorativa sia geografica delle donne altamente specializzate in Information Technology. Le professioniste IT altamente specializzate cambiano, infatti, piu’ frequentemente lavoro rispetto ai colleghi. Se in media, il 54% degli intervistati ha dichiarato di aver cambiato almeno 2 posti di lavoro dopo la conclusione del Master, la percentuale si alza a oltre il 59% per le donne. E le differenze non finiscono qui: la percentuale di professioniste dell’IT che hanno scelto di lavorare all’estero, infatti, e’ il doppio di quella dei colleghi maschi: mentre oltre il 5,71% delle donne hanno lasciato l’Italia, solo il 2,86% degli uomini lavora oltre confine. (ANSA).
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