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OPEN SOURCE: La gestione di dati sensibili

19 Luglio 2002 Commenta

A quanto pare, i sistemi operativi open source sarebbero maggiormente indicati nella gestione di dati sensibili, in particolar modo quelli relativi alla salute dei cittadini. Il dato emerge da un progetto che si sta sviluppando in Australia per la diffusione protetta in rete dei dati clinici di alcuni pazienti.


AUSTRALIA – Il Ministero della salute australiano (e in particolare il National Electronic Health Records Taskforce) ha iniziato nel luglio 2001 un progetto chiamato “Health Connect”, che si propone di strutturare una rete protetta in cui collezionare le informazioni personali dei pazienti. Queste ultime saranno trattate in un formato standard e in modalita’ elettronica presso ciascun punto ospedaliero o altro genere di clinica privata. Il contenuto di questi dati consistera’ in una sorta di sunto delle patologie e dei dati clinici del paziente. Non sara’, dunque, un elenco specifico di tutte le informazioni cliniche di un soggetto specifico. Ovviamente, il paziente dovra’ acconsentire a tale trattamento (come richiede anche la nostra legge cd. sulla privacy, 675/96), in modo tale da permettere a tutti i soggetti autorizzati di attingere a queste notizie da qualunque parte della rete dedicata. Lo scopo di questo sistema consiste non solo nella possibilita’ di avere sempre pronte e disponibili le informazioni mediche necessarie in qualunque zona della rete, ma anche nella grande opportunita’ di poter aggiornare in tempo reale quei dati.

La peculiarità di questa rete risiede nella circostanza che verrà basata su software open source, per la maggior affidabilità che questi programmi possono offrire, dal punto di vista della sicurezza.
I programmi open source, infatti, proprio per la possibilita’ di accedere senza restrizioni al codice sorgente, possono essere migliorati e aggiornati in caso di “bug” (errori) del sistema.
Quello fra open source e dati sensibili dei pazienti e’ un connubio molto singolare, che potrebbe generare perplessita’ in molti.
Da un lato, vi sono i dati sensibili che, ai sensi della gia’ richiamata legge 675/96, sono quelli maggiormente protetti in tema di trattamento dei dati personali, in virtu’ proprio della delicatezza delle informaizoni contenute.

Secondo l’articolo 22 della legge 675/96, fra i dati sensibili rientrano quelli idonei a rivelare lo stato di salute di un determinato soggetto.
Tali informazioni sono sottoposte a una disciplina particolarmente attenta a evitare che soggetti non autorizzati possano venire a conoscenza di notizie cosi’ riservate.
Dall’altro lato, invece, vi sono i software open source, poco conosciuti al grande pubblico, ma che offrono notevoli vantaggi rispetto a quelli cosi’ detti “proprietari”.

Il vantaggio principale consiste nella possibilita’ che qualunque esperto informatico possa entrare nel “cuore” del sistema, migliorandone le prestazioni.
Proprio su questa caratteristica puntano molto i soggetti partecipanti al progetto “Health Connect”, fra cui Distributed Systems Technology Centre, Ocean Informatics, Fliners University e openEHR Foundation.

Fatte queste premesse, l’utilizzo di software open source, dunque, non sembra pregiudicare la sicurezza che e’ necessario mantenere in tema di dati sensibili, ma, anzi, si conforma perfettamente alle esigenze di tutela che sono strettamente collegate al trattamento di quei dati.
Questa precisazione, quindi, potrebbe essere sufficiente a dissipare le perplessita’ menzionate inizialmente.

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