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MP3: La vendetta dei crackers

31 Agosto 2002 Commenta


Botta e risposta fra la RIAA (Recording Industry Association American) e il mondo dei liberi fruitori di musica on-line. A seguito della adesione della RIAA alla proposta di legge di pochi giorni fa (che consentirebbe ai titolari dei diritti d’autore di attaccare i sistemi di file-sharing), si e’ verificata un immediata offensiva al sito riaa.org. Solo dopo quattro giorni si e’ potuti ritornare alla normalita’.

Washington, USA – Non era dato per certo, ma sicuramente era prevedibile l’attacco verificatosi nei giorni scorsi al sito ufficiale della RIAA (Recording Industry Association American). L’Associazione rappresentativa delle piu’ importanti case discografiche mondiali aveva esternato il suo consenso alla originalissima proposta di legge avanzata in precedenza dal Congresso americano.
Se questo disegno legislativo dovesse essere approvato come legge definitiva, si darebbe a tutti i titolari dei diritti d’autore un’arma imbattibile contro i pirati musicali. Infatti, in primo luogo, si legalizzerebbe l’uso di attacchi ai sistemi peer-to-peer per lo scambio di musica on-line, per far valere i propri diritti sui brani duplicati illegalmente. Inoltre, gli artefici di questi atteggiamenti “vendicativi” nei confronti delle reti di file-sharing, potrebbero avvalersi di una sorta di immunita’ da eventuali cause giudiziarie indette da utenti di queste stesse reti.

Circostanza questa altamente criticabile, anche perche’ all’interno di questi sistemi veicolano brani musicali per i quali i titolari hanno acconsentito alla distribuzione via Internet. Coloro che scambiano questi pezzi, dunque, potrebbero subire attacchi (anche giudiziari) da parte delle major, senza potersi difendere pienamente. In segno di risposta (si ipotizza) alla predisposizione di questi nuovi poteri, alcuni crackers non individuati hanno colpito il sito della RIAA 
con uno dei piu’ classici attacchi: il denial of service.
Questa aggressione informatica consiste nell’indirizzare contro un sito specifico un numero elevatissimo di richieste di connessioni, provenienti da centinaia o migliaia di macchine presenti in rete.
Il server su cui e’ memorizzato il sito non regge il traffico generato e il sito diventa inaccessibile. Pur essendo un reato previsto gia’ da tempo nella nostra legislazione penale (art. 617-quater codice penale), l’attacco in questione, comunque, non ha comportato ulteriori danni alla rete interna dell’Associazione.

E’ comunque opportuno notare che all’interno del mercato della musica on-line vi sia una tensione sempre piu’ crescente e preoccupante.

Da un lato, vi e’ il popolo di milioni di utenti di musica on-line e un numero di siti (che consentono attivita’ di file-sharing) cresciuti nell’ultimo anno del 535% (secondo una stima realizzata dalla societa’ Websebse) – per arrivare a circa 38.000 pagine web – per i quali la libera fruizione di opere musicali e’ implicita nei principi di libera condivisione che contraddistinguono Internet.

Dall’altro, vi sono i legittimi titolari dei diritti d’autore che, sostenuti da legislazioni a loro molto favorevoli, potrebbero godere di una protezione (per alcuni versi) “sproporzionata” rispetto al bene oggetto della tutela delle leggi sul copyright.

Questi ultimi, pero’, sono tutelati da associazioni molto importanti a livello mondiale e influenti nelle aule parlamentari dei Paesi tecnologicamente piu’ avanzati. Fra queste organizzazioni vi e’ appunto la RIAA, che si occupa della rappresentanza delle piu’ grandi case discografiche americane. Forte del mandato conferitole dalle major, essa si occupa di svolgere attivita’ investigativa riguardante la produzione e la distribuzione illegale di registrazioni sonore.
Ha stimato, inoltre, che queste pratiche illegali costano all’industria della musica piu’ di 300 milioni di dollari all’anno. La RIAA assiste le Autorita’ nell’identificazione di pirati musicali, utilizzando per questo scopo un team di specialisti della rete, coadiuvati anche da alcuni webcrawlers automatici, che scandagliano la rete ventiquattro ore al giorno nella ricerca di siti web che permettono la distribuzione di copie illegali.

I risultati in questi ultimi anni sono notevoli. Ogni anno la RIAA, assistendo a procedimenti giudiziari gia’ iniziati, vince centinaia di cause contro i pirati musicali. Dal 1998, inoltre, la RIAA ha radicato cinque cause contro altrettanti pirati che hanno violato le leggi federali sul copyright.
Dunque, si tratta di un’associazione che costituisce il punto di riferimento per la lotta alla duplicazione abusiva di brani musicali e che, pertanto, non puo’ non essere al centro delle rivendicazioni dei numerosissimi navigatori “dissidenti” della rete.

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