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SPAMMING: Gli utenti di Hotmail al riparo dallo spam

20 Settembre 2002 Commenta

Buone notizie per gli utenti di Hotmail, il servizio di posta elettronica web-based piu’ diffuso e famoso su Internet. Grazie a un accordo fra la MicorSoft e la societa’ Brightmail (un importante ISP presente da tempo in rete), i quasi 110 milioni di utenti Hotmail saranno messi efficacemente al riparo dallo spam, che riempie in maniera smisurata le caselle di posta in arrivo.


Bologna – E’ una lotta continua quella che vede protagonisti i normali (e indifesi) utenti di posta elettronica e i c.d. spammatori. Nonostante da anni il fenomeno dell’arrivo indesiderato di posta sia criticato ampiamente da tutta la comunita’ di Internet, si cercano ancora strumenti che permettano una sua totale eliminazione (e si noti che, dal punto di vista legislativo, e’ stata di recente introdotta la direttiva 2002/58/CE). A titolo di cronaca, ecco alcuni dati sullo spam. In luglio scorso, la Brightmail ha registrato che il 36% dei 2,3 miliardi di messaggi che sono transitati attraverso il proprio software erano spam, piu’ dello 8% rispetto all’anno scorso. Anche un’altra societa’, la Giga (societa’ di analisi con sede a Cambridge) conferma questi dati di notevole incremento. Jonathan Penn, ricercatore alla Giga, afferma inoltre che il contenuto delle e-mail e’ diventato negli ultimi tempi ancora piu’ offensivo. “I messaggi spam non sono piu’ solo delle innocue pubblicita’ ad acquistare certi prodotti, ma sono diventati soprattutto un vero e proprio business aggressivo del mercato pornografico ”. Di fronte a questo problema non trascurabile, la Hotmail ha da tempo introdotto un sistema di anti-spam self-service, il quale permette all’utente di bloccare i messaggi di un determinato mittente dopo che il primo invio di “junk” mail. Un sistema, dunque, molto “artigianale” e, purtroppo, non sempre valido per risolvere la questione spam. Adesso la Brightmail introdurra’ un software che blocchera’ le lettere indesiderate prima che arrivino nelle caselle di entrata degli utenti Hotmail. Il Brightmail’s Probe Network filtrera’, dunque, i messaggi sin dal loro transito nei server di Hotmail. Con questa soluzione, la MicroSoft afferma di poter “significativamente” ridurre lo spam dei propri utenti.

Altre volte si e’ parlato dei mezzi per poter combattere la continua diffusione di messaggi indesiderati nella propria casella di posta.

Purtroppo, come si diceva poc’anzi, non si e’ ancora in grado dopo tanti anni di predisporre difese tecniche o legislative davvero efficaci. Da un lato, e’ pacifico che gli spammatori ne inventano sempre di nuove per far pervenire messaggi ai nostri indirizzi; dall’altro, pero’, e’ lecito pensare che questa situazione faccia anche molto comodo a tante software houses che vendono prodotti anti-spam.
Se, come dice il MAPS (Mail Abuse Prevention Systems LLC), una delle piu’ grandi organizzazioni anti-spam, l’incremento di questa pratica e’ stato addirittura del 700% fra i mesi aprile e giugno di quest’anno (rispetto allo scorso), bhe’, allora, e’ facile intuire che molte persone acquisteranno pacchetti anti-spam.
Si e’ creato, dunque, un nuovo mercato!
A ogni modo, e’ necessario che, oltre agli strumenti tecnologici vengano predisposte disposizioni di legge ben articolate e che impediscano il proliferarsi di questa attivita’.
Di recente e’ stata emanata la direttiva europea 2002/58/CE, con la quale l’Europa ha optato per il sistema di opt-in (in base al quale, i messaggi potranno essere inviati solo agli abbonati che abbiano espresso preliminarmente il proprio consenso). Tale criterio e’ maggiormente garantista di quello del c.d. opt-out (grazie al quale e’ lecito inviare messaggi fino a quando non vi sia un espresso dissenso del destinatario).

Purtroppo, pero’, la direttiva menzionata concede la possibilita’ agli Stati Membri di scegliere fra opt-in e opt-out, lasciando percio’ la decisione definitiva a ciascun Paese. La tutela degli utenti europei di posta elettronica sara’ dunque affidata alla volonta’ dello Stato Membro di appartenenza e si spera vivamente che uno stato come l’Italia (dove la legge sulla privacy e’ in vigore dai primi giorni del 1996), si introduca il sistema dell’opt-in.

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