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Mp3: Critiche al disegno di legge contro lo scambio

4 Ottobre 2002 Commenta

Torna alla ribalta la notizia di un disegno di legge, introdotto negli USA lo scorso luglio, che permette alle case discografiche colpite dal fenomeno dello scambio illegale di Mp3 di violare le reti di file-sharing. In seguito alle numerose critiche espresse fino ad ora, i promotori di questo progetto di legge cercano di difendere lo schema normativo puntando sulla eccezionalita’ dell’intervento dei titolari dei diritti.


Washington, USA – Lo scorso luglio, il mondo della musica in rete ha assistito alla presentazione negli USA di un disegno di legge assai controverso per la tutela dei diritti d’autore delle case discografiche. A fronte dell’immane scambio illecito di musica in formato Mp3, attraverso reti di file-sharing, il Repubblicano Howard L. Berman ha introdotto un progetto di legge che consentirebbe ai titolari dei diritti patrimoniali su quelle canzoni poteri mai visti fino ad ora.
Essi potrebbero addirittura violare gli scambi di materiale illecito effettuati in tali reti, per consegnare a giustizia tutti i loro utenti. Numerosissime sono state le critiche mosse a questo nuovo schema difensivo della proprieta’ intellettuale. In particolare, le accuse hanno messo in evidenza l’estrema aggressivita’ che la legge consentirebbe alle etichette discografiche, senza badare alla sicurezza delle trasmissioni telematiche.
In tal modo le case discografiche, infatti, potrebbero agire come se fossero dei crackers, pur essendo immuni da qualunque azione legale nei loro confronti. Cio’ solleverebbe i titolari dei diritti d’autore da tutte le conseguenze civili e penali relative alla disabilitazione, interferenza, interruzione, ecc. di reti telematiche.
I promotori del progetto di legge (il gia’ citato Berman e l’altro Repubblicano Howard Coble) adesso non possono far altro che difendersi dalle molteplici obiezioni sollevate. Hanno recentemente affermato, infatti, che non saranno permessi attacchi eccessivi, ma saranno concessi solamente quelli che si possano ritenere “ragionevolmente necessari per prevenire le violazioni di copyright”. Inoltre, i titolari dei diritti d’autore dovranno comunicare preventivamente al Dipartimento di Giustizia i metodi che andranno a utilizzare contro i pirati (anche se il disegno di legge in questione non richiede l’approvazione degli organi della Giustizia).

Per calmare definitivamente le acque, Berman ha affermato di voler riscrivere il disegno di legge, in modo tale da rendere chiaro che, secondo questa normativa, non saranno permesse aggressioni che deliberatamente possono interferire con la normale connessione a Internet, a meno che non siano “ragionevolmente necessarie”.


Da quando Napster si e’ diffuso fra i navigatori, Internet e’ diventata la piu’ grande nemica delle case discografiche. I sistemi di file-sharing – stando a quanto dicono le statistiche – hanno ridotto in buona percentuale le vendite dei cd e degli altri supporti legali di musica. Le etichette discografiche non sono riuscite, pero’, a trovare fino ad ora armi veramente efficaci per fermare gli scambi illeciti di musica in formato Mp3.
Si sono utilizzati gli strumenti di Digital Rights Management, per proteggere i singoli file immessi in rete, ma i crackers sono sempre riusciti ad aggirarli.
Si e’ cercato di far scomparire il piu’ grande canale di distribuzione di musica (Napster, appunto), ma la vicenda giudiziaria non ha potuto fermare gli altri programmi sorti successivamente, che ne hanno fatto le veci.
Si sta cercando, con il progetto di legge qui commentato (e già analizzato in precedenza), di attivare tutele legislative del tutto “straordinarie” in materia di diritto d’autore, ma questo disegno non vedrà la luce se non nel prossimo anno, poiché e’ stato introdotto troppo tardi nella sessione legislativa attuale.

L’unica strada al momento praticata in via sperimentale dalle major discografiche sembra essere quella della fornitura a pagamento di musica Mp3. Non pare, pero’, che questa nuova strategia stia dando buoni frutti, a causa della presenza di troppi sistemi per il download gratuito di musica, video, ecc.

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