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Il Wireless è sicuro ?

18 Novembre 2002 Commenta

Si e’ svolta a Milano il 13 novembre scorso il WLAN Business Forum 2002 “The Wi-Fi revolution”, la prima e piu’ importante conferenza italiana sull’argomento wireless. In particolare, il meeting ha approfondito il nuovissimo standard wireless 802.11b, cioe’ il Wi-Fi, indagandone i piu’ rilevanti aspetti. Ma, al di la’ della “moda” nata con questo standard, si tratta di un sistema effettivamente “sicuro”?


Milano – Certamente il mondo wireless in Italia ha gia’ importanti punti di riferimento e specifiche comunita’ che si occupano da tempo del fenomeno.
Mancava, pero’, fino a oggi un convegno ad hoc che trattasse il c.d. Wi-Fi in maniera ufficiale. Questo incontro si e’ svolto il 13 novembre scorso a Milano ed e’ stato organizzato dalla rivista WireLess (wifi-business.com). Alla sezione espositiva del meeting hanno partecipato tutte le piu’ importanti societa’ informatiche che si occupano anche del mondo wireless: IBM, Motorola, D-Link, Hi-Tel, ecc. Non sono mancati, inoltre, numerosi scambi di opinioni fra tutti gli operatori del settore e neanche incontri – workshop e conferenze – sugli argomenti piu’ “caldi” del momento. Le relazioni hanno toccato temi, quali: wireless lan e 3G, logistica e controllo di produzione in ambiente Wi-Fi, il wireless per le imprese, il rapporto fra 802.11b e gli utenti, ecc. La “rivoluzione” del Wi-Fi e’ stata affrontata in tutti i suoi aspetti fondamentali ed e’ stato tangibile l’impegno a svilupparne le capacita’ e le potenzialita’, in modo tale da renderla accessibile a tutti.
E’ importante sottolineare, comunque, che, dietro all’euforia che questa nuova tecnologia porta con se’, vi sono diverse problematiche di cruciale importanza per un giusto approccio al mondo wireless. In particolare, cio’ che preoccupa di piu’ del Wi-Fi e’ la “sicurezza”, poiche’ questo aspetto e’ strettamente collegato con le responsabilita’ civili e le sanzioni penali derivanti dall’utilizzo di reti wireless.


Come gia’ analizzato in precedenza, le responsabilita’ penali, ma anche civili, collegate all’utilizzo del Wi-Fi sono molto rilevanti.

La predisposizione di reti wireless non protette costituisce un facile canale di accesso per tutti i wardrivers mal intenzionati presenti nelle nostre grandi citta’. Come efficacemente notato nel workshop “Wireless (in)security; problemi di (in)sicurezza dell’ 802.11b” (a cura di Yvette Agostini, Blackhats.it, e Christian Grossi, Portel.it) il problema della sicurezza deve essere preso nella giusta considerazione non solo da coloro che producono gli strumenti tecnici di collegamento, ma anche da tutti i soggetti (semplici privati o imprese medio-grandi) che hanno intenzione di installare reti Wi-Fi nelle proprie mura).
E’ necessario, infatti, predisporre anche efficaci mezzi di protezione per evitare che soggetti sconosciuti entrino in reti locali wireless. La protezione minima da adottare e’ costituita dal WEP e, anche se questa tecnologia non puo’ far star tranquilli gli amministratori di sistema, essa rappresenta un livello minimo non da tutti conosciuto. Infatti, secondo un’indagine svolta a Milano da Portel.it, solo un terzo delle reti incontrate per le strade cittadine sono dotate di questo standard.
Si tratta, dunque, di una situazione davvero pericolosa, non solo per la sicurezza dei dati presenti nelle WLAN, ma anche per le implicazioni giuridiche che un tale comportamento implica. Qualora un cracker si inserisse in queste reti e compisse qualche reato, sarebbe quasi impossibile ricondurre l’attacco al wardriver, poiche’ l’indirizzo IP da cui e’ partito sarebbe riconducibile solamente al fornitore dell’access point.

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