Una professione emergente: La mediazione familiare
Il Centro Studi Bruner in collaborazione con L’ Istituto Carlo Amore organizza un Master in Mediazione Familiare, nelle sedi di Roma, Milano, Palermo. Il corpo docente e’ costituito da alcuni dei nomi piu’ importanti della mediazione familiare italiana ed internazionale.
Ragusa – Il mediatore familiare e’ ormai una professione emergente. Questa professionalita’ e’ in forte crescita ed e’ sempre piu’ richiesta da Enti pubblici e privati.
La mediazione familiare, agli inizi degli anni ’80 ha avuto una grande diffusione prima negli Stati Uniti e in Canada e subito dopo in molti Paesi Europei. Da alcuni anni si sta rapidamente diffondendo anche in Italia. Il primo servizio pubblico di mediazione familiare e’ stato istituito dal Comune di Milano nel 1989. Successivamente sono stati aperti numerosi altri centri (sia pubblici che privati) che offrono servizi di mediazione familiare.
Ma cos’e’ in realta’ la mediazione familiare?
La mediazione familiare e’ un tipo di intervento volto alla riorganizzazione delle relazioni familiari e alla risoluzione o attenuazione dei conflitti in caso di separazione o di divorzio. Il percorso di mediazione rappresenta una valida alternativa alla tradizionale via giudiziaria: il suo scopo e’ quello di consentire ai coniugi che scelgono di porre fine al proprio vincolo matrimoniale di raggiungere in prima persona degli accordi di separazione e di essere artefici della riorganizzazione familiare che andra’ a regolare la vita futura loro e quella dei loro figli.
L’Istituto e’ stato previsto innanzitutto dalla legge n. 285 del 28 agosto 1997 che all’art. 4 punto i) prevede, tra i servizi di sostegno alla relazione genitore-figli di contrasto della poverta’ e della violenza, specifici servizi di mediazione familiare e di consulenza per famiglie e minori al fine del superamento delle difficolta’ relazionali.
Il concetto e’ stato ribadito dalla legge n. 154 del 5 aprile 2001 che all’art. 2 ha previsto l’introduzione dell’art. 342-ter del codice civile il quale testualmente sancisce che “…..il giudice puo’ disporre, altresi’, ove occorra l’intervento dei servizi sociali del territorio o di un centro di mediazione familiare, nonche’ delle associazioni che abbiano come fine statutario il sostegno e l’accoglienza di donne e minori o di altri soggetti vittime di abusi e maltrattati….â€.
In effetti, pero’, l’Istituto ha ormai assunto una tale rilevanza anche a livello europeo e mondiale (basti pensare alla Raccomandazione del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla Mediazione Familiare del 21.10.1998, alla Charte europe’enne de la formation des me’diateurs familiaux, redatta nel 1992 da un’equipe di mediatori e poi ripresa nel 1997 dal Forum europeo di formazione alla mediazione familiare, nonche’ alle stesse Convenzioni di New York del 1989 e quella Europea del 1995 che definiscono necessario tutelare i diritti di bambini e bambine, assicurando loro la continuita’ e la stabilita’ dell’ambiente affettivo e relazionale in cui sono allevati.
Ovvero definiscono necessario assicurare al minore la continuita’ dei suoi affetti perche’ egli possa mantenere e sviluppare rapporti con entrambi i genitori e con le rispettive famiglie di origine) che non pochi sono stati i disegni di legge che si sono succeduti in Italia per disciplinare in modo piu’ organico e completo l’istituto.
Basti pensare, ad esempio, alle proposte di legge nn. 173-ter ed abbinate; oppure al progetto di legge n. 2594 che prevedeva l’inserimento dell’art. 708-bis del codice di procedura civile sul tentativo di mediazione familiare; o ancora al disegno di legge n. 3290 che prevedeva l’introduzione dell’art. 155-ter del codice civile e, quindi, l’istituzione di apposite unita’ polifunzionali di mediazione familiare, consulenza o terapia familiare, attivate presso i consultori familiari.
Comunque, nonostante tali progetti siano ancora in discussione, come si e’ anticipato, si sono costituiti in tutt’Italia, ormai, diversi centri di mediazione familiare che hanno il preciso obiettivo di offrire un contesto strutturato in cui il mediatore possa sostenere la comunicazione tra i partner ai fini della gestione del conflitto e a vantaggio della capacita’ di negoziare su tutti gli aspetti che riguardano la separazione e favorire i genitori nella ricerca delle soluzioni piu’ adatte alla specificita’ della loro situazione e dei loro problemi per tutti quegli aspetti che riguardano la relazione affettiva ed educativa con i figli.
Naturalmente affinche’ sia possibile effettuare interventi di mediazione familiare e’ necessario che gli operatori abbiano acquisito una formazione specifica che si proponga di favorire l’elaborazione di un modo nuovo e piu’ costruttivo di pensare alla separazione come processo di crisi e trasformazione; di sviluppare una conoscenza degli aspetti funzionali e disfunzionali della famiglia in crisi per la separazione e il divorzio e una competenza sulla conflittualita’ tra i genitori; di permettere l’acquisizione della capacita’ di sostenere e promuovere le risorse individuali e le competenze genitoriali, con particolare attenzione all’esercizio di un’azione preventiva rispetto a forme di disagio del minore.
Il Master organizzato dal Centro Studi Bruner in collaborazione con l’Istituto Carlo Amore cerca di realizzare tali obiettivi in considerazione anche del fatto che gli operatori specializzati in tecniche di mediazione familiare devono essere in grado di prestare la propria opera in diversi contesti e in diversi ambiti, sia pubblici che privati.
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