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L’Antenato del Wi-Fi

17 Dicembre 2002 Commenta

Oggi il mondo wireless e’ in piena evoluzione grazie al famoso Wi-Fi. Non tutti sanno, pero’, che, prima dello standard 802.11b, vi era un tipo di comunicazione wireless per computer di nome Ricochet, che assicurava una discreta velocita’ di connessione.


Bologna – L’utenza wireless oggi naviga molto facilmente (e molto velocemente) con i nuovi standard basati sullo 802.11. In particolare, lo 802.11b, ovvero Wi-Fi, si presta a diventare uno degli standard piu’ diffusi per il mondo della comunicazione senza fili.
Prima della grande diffusione del Wi-Fi, pero’, vi era un altro tipo di comunicazione senza fili (diffuso soprattutto negli USA) di nome Ricochet. Il produttore di questa rete proprietaria e’ la Metricom (di San Jose, in California) che ha sviluppato il suo prodotto recentemente, fino a quando – lo scorso luglio – e’ fallito. La tecnologia che guida Ricochet e’ molto semplice. Ogni computer ha un modem che invia via radio segnali a una unita’ di ricezione dedicata. Il segnale (che attraversa muri, edifici e altri ostacoli), una volta raggiunto questa unita’ di ricezione, viene inoltrato a un’altra antenna speciale, la quale canalizza il segnale in una linea ad alta velocita’ della rete Ricochet, che poi lo smista in Internet e in altre reti private.
Questa rete offre una velocita’ di collegamento che si aggira sui 400 Kbps ed e’ certamente inferiore ai 10 Mbps del Wi-Fi, ma ha un pregio notevole rispetto allo standard 802.11b: l’inviolabilita’. Ricochet, infatti, offre all’utente la caratteristica di inviare dati su una linea proprietaria e, dunque, cio’ va a tutto vantaggio della sicurezza della comunicazione medesima. I crackers fanno difficolta’ a inserirsi in network non aperti (come non lo e’ il Wi-Fi), anche se, purtroppo, simili tecnologie sono soggette alle alterne vicende dei loro produttori.


Si tratta, pertanto, di una situazione paradossale che vede per protagonisti da un lato la sicurezza delle comunicazioni e dall’altro la diffusione dei newtwork wireless.

Questi due elementi – come si è visto – possono non andare di pari passo, soprattutto quando ci si trova a dover gestire reti senza fili di tipo proprietario. La tecnologia di successo di una determinata casa produttrice deve necessariamente seguire le vicende economiche della propria casa madre, mentre standard non proprietari (come quelli dello 802.11) possono diffondersi liberamente fra gli utenti, perché non sono vincolate alla tecnologia di una specifica casa produttrice.
La convenienza di una rete come Ricochet, però, sta soprattutto nella sicurezza della comunicazione via radio. Oggi è facile intercettare comunicazioni Wi-Fi ed è altrettanto semplice riuscire a entrarvi (senza autorizzazione). Questa condizione genera non poca incertezza non solo per gli utenti che mettono a disposizione reti wi-fi, per es., ma anche per tutta la comunità web. I primi, infatti, devono subire accessi non autorizzati nella propria rete senza poter individuare l’autore e senza sapere cosa viene manipolato dai wardrivers di turno; la seconda indirettamente è vittima di tutti gli eventuali attacchi e degli eventuali reati informatici che i wardrivers compiono.

Occorrerebbe, pertanto, alla luce di quanto si è già fatto in ambito wireless, utilizzare sistemi di sicurezza più elevati per tutelare le comunicazioni senza fili, che oggi registrano un gran numero di adepti.

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